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Salernitana, un flop che parte dall'estate. Iervolino, ora il silenzio è assordante

Salernitana, un flop che parte dall'estate. Iervolino, ora il silenzio è assordanteTUTTO mercato WEB
© foto di TuttoSalernitana.com
lunedì 22 aprile 2024, 06:30Serie A
di Luca Esposito

Sprofonda la Salernitana. Nella settimana che condurrà all'aritmetica retrocessione, la squadra granata perde ancora e aggiorna quasi tutte le statistiche negative: zero vittorie nel 2024, undicesima sconfitta casalinga, un solo successo all'Arechi, 70 gol al passivo, peggior attacco, minor numero di tiri verso lo specchio della porta, peggior dato sul possesso palla, nessun clean sheet tra le mura amiche ormai da maggio del 2023. Può meravigliarsi di questo rendimento tra i peggiori della storia della categoria soltanto chi non ha vissuto quelle vicissitudini che hanno indebolito la Salernitana sin dal ritiro estivo a Rivisondoli. La trattativa tra Sousa e il Napoli, l'assenza di volti nuovi nei primi 40 giorni di lavoro (al punto da dover usare i portieri come giocatori di movimento nelle partitelle tattiche), l'algoritmo, i quattro allenatori cambiati, il ritorno di un Sabatini arrivato a -2 e ora in B con un mese d'anticipo, un gruppo che non è mai diventato squadra e che basava le proprie fortune su un talento di 38 anni - Candreva - in fase calante da svariate settimane e ormai al passo d'addio. Se aggiungiamo il mai risolto caso Dia (multe, mal di pancia, mancate convocazioni, azioni legali e qualche 4 in pagella), la querelle stadio e i rapporti non idilliaci con l'amministrazione comunale locale, possiamo dire che la retrocessione è logica conseguenza di un'annata ricca di errori e contraddizioni.

Solo la tifoseria continua a fare in pieno la propria parte. Ieri, al netto degli scontri all'esterno dell'Arechi (per i quali sono in arrivo sacrosanti provvedimenti), in 15mila hanno cantato fino alla fine sostenendo la squadra del cuore con civiltà e sportività. Nessun coro contro il presidente, nè striscioni di protesta. Tutt'altro modus operando rispetto agli anni scorsi, quando società che hanno riportato Salerno dalla D a San Siro venivano osteggiate di continuo nel timore che il regolamento vietasse il grande salto. Solo il Centro di Coordinamento, simbolicamente, ha deciso di non esporre gli striscioni. Per il resto un clima mix tra indifferenza e rassegnazione, con il sottofondo assordante della Sud e tanta amarezza quando la squadra, al triplice fischio, è rientrata negli spogliatoi rifiutando ogni confronto.

In tribuna c'era anche il presidente Danilo Iervolino, accolto trionfalmente due anni fa e ora nel mirino della critica. Rispetto al passato, il patron ha scelto la strada del silenzio. Non è, dunque, dato sapere se la Salernitana è in vendita, se allestirà una rosa per risalire subito o se prevarrà la volontà di sistemare i conti e vivere un campionato d'assestamento. La piazza attende, sperando si possa spiegare il vero motivo delle promesse fatte e poi clamorosamente disattese. Qualche mese fa, l'Italia calcistica ammirava un imprenditore facoltoso e vincente che prospettava una Salernitana in zona Europa, subito dopo le grandi e "mai più ultima". Al punto da trattare Cavani e offrire 25 milioni di euro per Pinamonti. Oggi tanta confusione, voci che parlano di un disimpegno e un Arechi freddo impaurito dall'assordante silenzio. A chi giova tutto questo?

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