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TMW RADIO - Ag. Rugani: "Torna dopo la sosta. Dybala? Chiede cifre pre-Covid ma firmeranno"

TMW RADIO - Ag. Rugani: "Torna dopo la sosta. Dybala? Chiede cifre pre-Covid ma firmeranno"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 15 dicembre 2020, 19:07Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Davide Torchia ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Davide Torchia, agente tra gli altri del difensore Daniele Rugani, in prestito al Rennes dalla Juventus, ha parlato a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta "In anni e anni di professionismo mai un crampo, e in Champions League ha preso uno stiramento e da lì non è più rientrato. L'infortunio ora è guarito ma vogliono aspettare bene, per evitare ricadute. In tutta Europa c'è il 35-40% in più di infortuni muscolari rispetto al normale... Daniele non ne aveva mai avuto uno, certo che chiudendo lo scorso campionato con tante partite tutte insieme e riprendendo subito, potevano arrivare problemi. E infatti una marea di stiramenti. Comunque sta rientrando, quando passa tanto tempo è meglio farlo per bene: sta molto meglio, ma tornerà dopo la sosta".

Rimarrà al Rennes?
"Ognuno deve fare il proprio ruolo... Anni fa i procuratori incendiavano il mercato con notizie anche senza fondamento, oggi invece ci tocca fare addirittura i pompieri. Ho letto anche io certe notizie, mi è dispiaciuto leggere solo che il nesso era che non giocasse, quando delle tre partite in cui c'era ne ha fatte due. Il club è importante, anche se sta vivendo un momento sottotono perché la proprietà vuole fare un anno di transizione".

Deluso dal cammino in Champions della squadra?
"Dire che hanno pagato lo scotto del non essere abituati è riduttivo. Eppure erano partiti bene col Krasnodar, avrebbero potuto vincere con tre gol di scarto ma è stata una di quelle partite in cui non segni. Le sconfitte con Chelsea e Siviglia, che ci si aspettavano, hanno magari minato un po' il morale dello spogliatoio. Il campionato francese vede il Rennes come squadra un po' più europea, c'è dello spettacolo e le squadre giocano aperte. Ogni partita può finire in qualsiasi modo, davvero. Anche per il PSG, pure se è una spanna sopra. Spesso si scontra con squadre abbottonate, che ripartono, e qualche difficoltà al Rennes l'hanno avuta ma la strada è quella giusta per fare del bel gioco".

Lei che conosce il mondo Juve: che significa l'intervento di Agnelli sulla vicenda Dybala?
"Ho imparato che Agnelli parla poco e mai per delle banalità, entra nel cuore dei problemi quando vuole fare la dichiarazione. Da una parte c'è Dybala che deve fare un rinnovo già dal periodo pre-Covid, in cui giravano cifre diverse. Poi la Juve ha comprato giocatori nuovi con lauti guadagni, e lui si è sentito di chiedere delle cifre che, a rigor di logica e per la crisi che c'è, sembrano sovra-dimensionate. Ci sono giocatori che guadagnano più di lui, e vuole raggiungerli. Di là però c'è la società, e Agnelli dice che ha fatto un'offerta da top-20. Uno da top-5 nel mondo non lo avrà, perché anche lui sa di non esserlo, e mi pare proprio che il discorso non faccia una piega. Credo troveranno un accordo anche se al momento i numeri sono diversi, e più di tanto in là non si potrà andare. Certo, quando arrivi a quei livelli lì non credo che un milione faccia la differenza a sentirsi più o meno ricchi. Semmai è più il paragone con gli altri".

Un prestigio gerarchico?
"Parlo per esperienza personale: ho notato in tanti anni che spesso il contratto balla non solo per i soldi, ma sempre per una collocazione gerarchico-economica. Se sono un difensore e guadagno 1, un attaccante bravo guadagnerà 2: è una legge non scritta, che è così. Certo, se sei un attaccante da poco e un difensore fortissimo cambia... Più che i soldi è la questione del riconoscimento del fatto che io sono più bravo di te".

La Juventus si sta attrezzando per il futuro della difesa?
"Ricreare i vari Barzagli, Bonucci e Chiellini non è possibile, sarà un po' diverso. Però ci sono i due giovani De Ligt e Demiral che si stanno inserendo bene. L'olandese è un ottimo giocatore, e contando che tra un po' i grandi d'Europa smetteranno lo scettro va a lui. Poi c'è Bonucci che ha ancora qualche cartuccia da sparare. Per me hanno fatto le scelte giuste, l'unico problema è che potrebbero esserci valutazioni ad interrompere la catena. Penso a De Ligt, che è giovanissimo e vale e guadagna già molto, quindi chissà per il futuro... Il calcio è cambiato in questo, la gavetta ti permetteva di guadagnare bene ma col tempo, oggi un ragazzino forte costa quanto un fuoriclasse affermato. La forbice tra tutti loro però non aiuterà molto il movimento, sarà difficile far girare le varie squadre".

Papu Gomez andrà via.
"Lui può andare un po' dove vuole e parlerà la stessa lingua degli altri. Logico, non c'è prospettiva ma almeno per un paio d'anni è giocatore di grandissimo livello. L'unica cosa su cui stare attenti è che se questi giocatori vanno in un club di grandissimo spessore, poi, è capire come crearsi gli spazi con i grandi nomi. Data l'età e l'abitudine ad essere sempre protagonista, avere la stessa continuità potrebbe non essere facile. Il pericolo è solo quello".

Cosa manca da dire sui mesi di Eriksen all'Inter?
"Bisogna starci dentro per capire, ma da fuori mi sembra che ci sia proprio incompatibilità. Il giocatore non va bene per l'allenatore. Si è creato poi un meccanismo perverso in cui è stato meno utilizzato e sempre più giudicato: questo ha provocato anche un calo di prestazioni. Quando sta fuori lui, non è come un qualsiasi altro dell'Inter. Certe situazioni succedono: l'Inter ha avuto Coutinho da ragazzino, che dopo i nerazzurri ha giocato in ogni grande squadra del mondo vincendo tutto. Eppure quando andò via, gli addetti ai lavori non si erano strappati i capelli".

Esiste davvero ancora la gavetta per gli allenatori? Come spiegarsi quest'età media così bassa per i tecnici?
"Secondo me non siamo partiti per primi, la cosa è partita da Guardiola. Io dico che se fai la sana gavetta come De Zerbi, mi sento più sicuro... Ha fatto tutte le categorie ed è diventato un grande allenatore. Devo riconoscere che nel mettere la chiesa al centro del paese, Berlusconi è stato il più lungimirante: prese Sacchi quando non era nessuno".

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