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TMW RADIO - Aic, Calcagno: "Sciopero? No. FIGC è lontana dai calciatori"

TMW RADIO - Aic, Calcagno: "Sciopero? No. FIGC è lontana dai calciatori"TUTTO mercato WEB
© foto di Emiliano Crespi
giovedì 16 novembre 2017, 20:342017
di Raimondo De Magistris

Umberto Calcagno, vicepresidente AIC, ha rilasciato una intervista ai microfoni di 'TMW Radio' per parlare della disfatta dell'Italia: "Lunedì sera ho provato una sensazione di disagio. La partita poteva andare in modo differente, però. Con un po' più di fortuna il risultato poteva essere diverso".

Ieri Tommasi ha abbandonato la riunione Federale perché in disaccordo con Tavecchio.
"Le politiche di questa Federazione sono distanti dal nostro modo di concepire il calcio. Noi ci siamo sempre scontrati con una Federazione che ha sempre parlato poco e male di progetto tecnico-sportivi e tanto di distribuzione delle risorse economiche che col calcio giocato hanno poco a che vedere".

State anche valutando uno sciopero visto che i giocatori non sono d'accordo con Tavecchio?
"No, non è al vaglio una ipotesi di questo tipo. Ma speriamo di poter contare non solo sulle nostre forze. Solo un passo indietro può far fare al nostro movimento un passo in avanti. Non si parla di sciopero ora, ma solo di un contesto di politica sportiva che dovrebbe prendere atto del fallimento".

Chi possono essere i vostri compagni di viaggio?
"Non lo so. Occorrerà prendersi delle responsabilità. Noi non ce l'abbiamo con le persone, ma con cosa hanno rappresentato fino a questo momento".

Gli ultimi fallimenti sono solo la punta dell'iceberg.
"In questo mondo si vive tanto di rassegna stampa e poco di fatti concreti. Creare così tanta aspettativa sul nuovo ct vuol dire non affrontare altri problemi. E' importante il ct, ma non il più importante. Togliere squadre dalle serie professionistiche, ad esempio, è un falso problema. Così come la norma sulle rose a 25 in Serie A, sembrava fosse il toccasana per il calcio italiano, ma con questa norma il tesseramento degli stranieri è aumentato".

Quello degli stranieri è un falso problema?
"E' un falso problema su cui le norme potranno fare poco, ma c'è bisogno di uno sforzo da parte dei club di massima serie. Ai miei tempi i settori giovanili erano pieni di giocatori italiani, mentre ora i giovani calciatori all'ultimo anno di Primavera trovano un tappo che blocca completamente la loro crescita. Ben vengano gli stranieri, coloro che danno un valore aggiunto, ma siamo preoccupati per tante situazioni che a volte non hanno spiegazione tecnico-sportiva".

Come si possono evitare nuovi casi come quello del Modena?
"Dopo Parma siamo riusciti a ottenere alcuni miglioramenti delle norme. Il caso di Modena ha tante particolarità, perché si pensava la proprietà fosse forte e s'è iscritto al campionato ripianando le pendenze, senza però portare liquidità alla società. Servono controlli e regole ancora più ferree per l'iscrizione al campionato".