Totti e Carlos Bianchi: "Pensava fossi uno scansafatiche"
C'è un momento, nel 1994, dove Totti rischia di lasciare la Roma, per non tornarci più. In panchina c'è un argentino. "Carlos Bianchi arriva a sostituire un allenatore romano considerato troppo indulgente con lo spogliatoio, fin da subito fa capire di avere molti pregiudizi. Si sa che è stato il presidente a volerlo, i buoni risultati iniziali lo hanno esaltato. Perinetti è meno entusiasta e finge di non sentire gli ordini di prolungargli il contratto. Alcune abitudini non piacciono ai giocatori, tipo le partitelle romani contro resto del mondo, dove lui tifa spudoratamente per gli altri.
Aveva puntato me perché pensava che fossi uno scansafatiche e al mio posto vorrebbe Jari Litmanen, un ottimo giocatore ma un doppione. Se arrivasse lui dovrei partire io, infatti vorrebbe mandarmi in prestito alla Sampdoria. Montella mi telefona, Mancini mi fa sapere che sarebbe contentissimo di avermi con lui. Una trattativa è stata abbozzata, dentro di me prendo una decisione irrevocabile. Se verrò costretto a lasciare Roma, non ci tornerò più".