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Udinese, Guidolin: "Affezionato al legame col club. Difficile tenere Muriel"

Udinese, Guidolin: "Affezionato al legame col club. Difficile tenere Muriel"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 18 aprile 2013, 16:242013
di Claudio Colla

Intervistato sulle pagine del quotidiano cattolico Avvenire, Francesco Guidolin, allenatore dell'Udinese, ha parlato a tutto campo di sé e del proprio futuro: "Io mai in una grande? Non è un problema, piuttosto sono contento di guidare l'Udinese. Nelle ultime stagioni ho rinunciato io a mettermi nella condizione di provare a raggiungere un club metropolitano. Non ho nessuna invidia, nè rimpianti, sono contento così: quando la mia squadra gioca come domenica a Parma, mi sento l'uomo più felice della terra. L'esperienza all'estero? L'idea mi prende molto, per l'atmosfera calcisticamente simile a Udine, e forse un po' anche a Parma, che c'è in molte nazioni straniere. Per l'Italia ho compiuto una scelta precisa, legandomi al Friuli.

Ho un contratto sino al 2015, e, se resto sino al termine dell'accordo, supererò il mio record di permanenza (stabilito a Vicenza tra 1994 e 1998, ripetuto a Bologna tra 1999 e 2003, ndr). Considerata anche la stagione '98-99, vissuta qui, ho già battuto il mio primato di panchine in uno stesso club. Di misura, perché ero andato oltre le cento anche a Palermo, oltre che in Emilia e Veneto. Amo molto anche questo lungo legame.

Se il Paese deve riformarsi e cambiare rotta, perché il mondo va a una velocità nettamente superiore, noi dobbiamo prendere i treni che passano e pensare a un modello migliore. Lo fece la Germania tredici anni fa, quando uscì con le ossa rotte dall'Europeo del 2000, al primo turno. Si era messa a lavorare sui vivai, sugli allenatori e sui preparatori, sulle altre possibilità di risorse economiche e sulla modernizzazione degli stadi. Già da alcuni anni si vedono le squadre tedesche esibirsi in impianti belli e pieni. La Germania resta proprio il futuro. Per quanto riguarda l'Italia bisogna aprire un bel tavolo, con tutte le componenti, e focalizzare gli obiettivi, a cominciare proprio dagli stadi e da strutture per preparare i giovani.

Zielinski? Mi baso su quanto vedo in allenamento: da due mesi è in grandissima forma, a Parma non ha risentito del peso di uno stadio importante. L'ho preferito al brasiliano Maicosuel e al tedesco Merkel, ispirandomi proprio al calcio straniero: se non faccio debuttare i giovani ora che la classifica è tranquilla, cosa aspetto?

Ci alleniamo per essere convincenti anche lontano dal Friuli; quest'anno non sempre è stato così, fuori casa abbiamo espresso solo il 70% delle nostre potenzialità. Come a Catania, dove avevamo perso 3-1, domenica ho schierato sette Under-21, assistiti da quattro più esperti: Domizzi e il brasiliano Danilo in difesa, Lazzari e il serbo Basta a centrocampo. Il tecnico li deve proprio guidare dalla panchina, loro si fidano e in settimana hanno entusiasmo.

Pereyra nel mirino del Napoli? È il nostro destino, il progetto è preciso, con tanti giocatori in rampa di lancio. Per la prossima gara è squalificato, ma se Muriel disputerà le ultime partite al livello di domenica sarà difficile trattenerlo. La sfida intanto è farlo coesistere con Di Natale...per la squadra il traguardo dello scorso biennio è quasi irripetibile, ed essere in lotta per l'Europa per il terzo anno di fila è motivo di grande soddisfazione. Andiamo avanti a fari spenti.

Il mio segreto? Il lavoro svolto dallo staff. Si adopera perché questi ragazzi, molti dei quali stranieri, migliorino in fretta, e capiscano il campionato italiano. A Udine ci sono insegnanti, tutor, addirittura scienziati che studiano la fisiologia dei giocatori, e ci consigliano. Al pari dei tecnici della Primavera e dei fisioterapisti. Abbiamo professori di altissimo livello, e a volte mi sento io inopportuno, fra quelle 25 persone che ci seguono. In Italia nessuno ha questo entourage, credo ci venga invidiato. E il merito principale rimane della famiglia Pozzo".