Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Ulivieri: "Non capisco Malagò, non lo riconosco più come capo"

Ulivieri: "Non capisco Malagò, non lo riconosco più come capo"TUTTO mercato WEB
mercoledì 15 novembre 2017, 19:002017
di Ivan Cardia

Raggiunto da Sky Sport 24 a margine della riunione tenutasi in FIGC quest'oggi, il presidente dell'assoallenatori Renzo Ulivieri ha commentato la decisione di esonerare Ventura. Che, senza dimissioni da parte di Tavecchio, sa tanto di ricerca di un capro espiatorio: "No. Il discorso riguarda tutti noi, e tutto il movimento. L'unica cosa che credo di poter dire è che le scelte e il lavoro fatti in questi mesi non possono essere liquidate così. Poi il presidente del CONI Malagò, facendo una dichiarazione del genere, ha dimostrato di essere un capo che non riconosco più. In un momento di difficoltà si è fatto la domanda da solo e si è risposto. Ho visto l'intervista tre volte e non ci credevo: mi aspettavo di meglio da un capo. Noi dobbiamo fare delle considerazioni dopo sei mesi di un buon lavoro, con questa eliminazione che pesa a livello di immagine: abbiamo deciso di fare un percorso lineare. Il presidente Tavecchio ha detto che non si dimette, seguendo il percorso ordinario: chiederà la fiducia al Consiglio Federale. Se l'avrà andrà avanti, altrimenti no".

Le poltrone contano più di tutto?
"Per Ventura vale il contratto come per tutti gli allenatori: l'esonerato arriva a fine contratto e prende quanto gli spetta, come tutti. Per quanto riguarda le nostro poltrone, non sono comode e non ci rendono: è solo lavoro, è solo impegno".

Una volta lei si incatenava a pochi metri per dare un segnale. Non servirebbe un segnale anche oggi?
"Io mi incatenavo perché stavano togliendo l'obbligatorietà di avere allenatori diplomati. Oggi stiamo portando a termine il nostro obiettivo, che ogni squadra abbia un allenatore che sappia insegnare calcio. Non è una rivendicazione sindacale, ma di buon senso".

Sarebbe bello avere anche una Nazionale che giochi il Mondiale.
"Dico la verità: ho amato questi giocatori, anche nella sconfitta. Come il pubblico, che fino al 90' è stato vicino ai ragazzi".

Che percentuali ci sono per Ancelotti?
"È un grande allenatore e un grande uomo. È nelle simpatie di tutti noi, però non bisogna pensare che stiamo cercando un nome per tranquillizzare la gente. Non vogliamo farlo, vogliamo valutare con serenità".