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esclusiva

Ardemagni: "Il crac dell'Avellino fa ancora male"

ESCLUSIVA TMW - Ardemagni: "Il crac dell'Avellino fa ancora male"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
venerdì 10 agosto 2018, 18:272018
di Claudia Marrone

Non è ancora chiaro il futuro dell'Avellino, ricorso al Collegio di Stato, ma per il momento il club irpino è di fatto stato estromesso dal campionato di Serie B e i calciatori tutti svincolati. Tra questi, anche il richiestissimo attaccante Matteo Ardemagni, contattato dai microfoni di TuttoMercatoWeb.com.

E' passata una settimana dal crac: che sensazioni si provano adesso?
"Io, ma come tanti altri, non ho ancora realizzato, è stato questo un mese intenso dove ne ho sentite di tutte. Io sono ancora sconvolto, non ho metabolizzato l'accaduto, come del resto c'è ancora tanta amarezza in città, Avellino vive di calcio. La delusione è alle stelle, sono ancora sconvolto, qua ho passato due anni belli".

Devi comunque pensare al tuo futuro, vivi col calcio. Cosa ti aspetti?
"Ci sono squadre che hanno contattato il mio procuratore, ma a oggi non ci sono state offerte concrete. Chiaramente queste telefonate fanno piacere, vuol dire che sono ancora richiesto, ma di concreto al momento non c'è niente".

Il caos che sta regnando nel calcio, come incide su uno svincolato?
"Ogni giorno ne esce una, serve più chiarezza, e gli enti competenti devono adesso far qualcosa di serio. Trovarsi in giro non è mai bello, e queste continue incertezze su chi non ha alle spalle una squadra pesano molto, anche in ottica futura: magari chi è reduce da annate positive ha comunque buone possibilità, ma chi ha vacillato di più si trova poi a doversi accontentare o peggio ancora a rimanere a piedi".

Fondamentalmente non sono sempre così privilegiati i calciatori, come il luogo comune fa credere...
"Non posso dire che non si sia privilegiati, c'è chi guadagna molto, ma non è tutto oro quello che luccica, dietro c'è molto altro. Ci sono tanti sacrifici".

Sarebbe stato questo anno confusionario la giusta occasione per mettere un punto e ripartire?
"Si, certo. Si sarebbe davvero dovuto mettere un punto, perché serve più organizzazione, in 31 anni io non ho mai visto cose simili. Servono riforme, e in tempi giusti, senza dover ogni anno slittate tutto o sospendere le cose".

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