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Arezzo come Akragas. Quando le certezze nel calcio non esistono

Arezzo come Akragas. Quando le certezze nel calcio non esistonoTUTTO mercato WEB
© foto di Pietro Mazzara
venerdì 26 gennaio 2018, 09:152018
di Luca Bargellini

Nel calcio le certezze non esistono. In campo, dove un tentativo di respinta può trasformarsi in un autorete, così come dietro le scrivanie. La riprova è arrivata nelle scorse ore da due piazze che, dopo settimane di brividi e polemiche, avevamo erroneamente etichettato come “più tranquille”. O forse, semplicemente, passate di moda. La realtà dei fatti ha poi dimostrato che sia Arezzo che Agrigento, nella loro accezione sportiva, sono tornate a tremare. In Toscana il neo presidente Marco Matteoni, dopo aver più volte ribadito di aver deciso di affrontare la sfida amaranto solo grazie all’appoggio e agli stimoli di Franco Zavaglia e Piero Di Iorio, ha deciso di allontanare entrambi dalle rispettive cariche dopo alcuni giorni zeppi di conflitti sulla gestione del club. Conflitti che, a quanto pare non sarebbero riconducibili a meri dissidi tecnici. In ballo c’è la sopravvivenza stessa del club, già in predicato di ricevere dalla Giustizia Sportiva una bella sanzione in termini di punti di penalizzazione.

In Sicilia, invece, dopo l’ennesimo flop circa la cessione delle quote del club (questa volta erano coinvolti imprenditori iraniani, ndr), il presidente Silvio Alessi ha deciso, con la massima onesta e trasparenza, di comunicare a squadra e staff di non essere in grado di andare avanti. Fino al match del prossimo weekend contro la Paganese sì, ma non oltre. Davanti c’è lo spettro del fallimento, con giocatori ad un passo dallo svincolo e tifoseria in subbuglio.
Dall’inferno, al purgatorio, e ritorno. L'Arezzo come l'Akragas. Niente è scritto. Le certezze non esistono. Figuriamoci in Serie C.