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Berlusconi, il Monza e quel decalogo del calciatore modello da rivedere

Berlusconi, il Monza e quel decalogo del calciatore modello da rivedereTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
lunedì 5 novembre 2018, 18:382018
di Luca Bargellini

"I giocatori non avranno la barba e assolutamente non avranno i tatuaggi e non dovranno portare orecchini vari. Saranno giocatori esempio di correttezza in campo: si scuseranno se fanno un fallo, tratteranno l'arbitro come un signore e stringeranno la mano agli avversari alla fine della partita. Sugli autografi non faranno uno schizzo, ma scriveranno il loro nome e cognome. Andranno in giro vestiti con sobrietà. Insomma qualcosa di diverso dal calcio attuale" furono queste le parole con le quali Silvio Berlusconi, patron del Monza, si presentò alla nuova piazza presentando il progetto futuro del club brianzolo.

Un pensiero, quello dell'ex numero uno del Milan, che ha fatto molto discutere e che sembra aver già dovuto cozzare con la realtà. La realtà di un Monza che nelle ultime cinque giornate hanno vinto una sola volta e messo a referto ben tre sconfitte. Una realtà che ha obbligato il sodalizio biancorosso ad intervenire sul fronte degli svincolati, prima con l'ex Bari Iocolano, e poi con Enrico Guarna.

E qui casca l'asino verrebbe da dire perché l'ex portiere del Foggia, oltre ad essere un giocatore di altra categoria, l'esempio di uno dei tanti calciatori del 21° secolo quindi pieno di tatuaggi. Una peculiarità, questa, che non incide sulle qualità dello stesso Guarna così come dei tanti altri professionisti che calcano i campi del calcio italiano. Una peculiarità con la quale anche il presidente Berlusconi dovrà confrontarsi. Principalmente per il bene del suo Monza.