Pres. Viterbese: "Gioco pure in Africa, ma con regolarità"

Se da un lato il calcio italiano è sconvolto per la possibile riforma della B, che passerebbe a 1 squadre, dall'altro c'è anche la questione Bari, con il club che dopo il fallimento chiede comunque l'ammissione in Serie C. Ma i club del sud, in sostanza quelli che finirebbero nel girone dei Galletti, hanno diramato ieri una congiunta missiva per opporsi a questo.
Ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com, parla di ciò il patron della Viterbese Piero Camilli.

Siete firmatari di un chiaro comunicato: in C solo chi ha i requisiti. Riferimento al Bari?
“Non è questione del Bari, io voglio pure bene a quella società e mi dispiace, ma se finiscono in C loro è giusto allora che ripartano da li anche Cesena e Avellino, e come si fa? Non si può pensare che se un club fallisce riparta dalla C. Pare che le società non contino più nulla”.

Giusto quindi, anche col caos in Serie B, far slittare i campionati?
“Il discorso da fare va ancora più a monte, nasce tutto dal disaccordo tra le varie componenti del calcio e l'organizzazione del sistema. Un tempo c'erano molte più categorie e il tutto era maggiormente sostenibile, oggi non lo è più. Ma non si può vedere che chi non paga è sempre salvato e magari retrocede una società in regola”.

Il comunicato era firmato da club del possibile Girone C: potrebbe finire li la Viterbese?
“Credo di si, secondo i parametri saremmo nel girone del Sud. Ma io a giocare vado pure in Africa, mi basta ci sia regolarità. E ho firmato il comunicato perché sottoscrivo pienamente quando hanno detto anche i miei colleghi”.