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Gil Manzano e l'UcrainaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
venerdì 24 novembre 2023, 09:00Archivio
di Claudio Nassi
per Claudionassi.com

Gil Manzano e l'Ucraina

Finalmente anche Gravina ha capito e siamo riusciti a evitare gli spareggi per l'Europeo. Il pareggio con l'Ucraina, infatti, è merito suo. Sul rigore a pochi minuti dalla fine c'è poco da dire, se non ridere. Tavecchio si vantava di essere stato il primo ad appoggiare la candidatura Ceferin a Presidente UEFA, ma la riconoscenza non è di questo mondo e al Mondiale di Russia andava la Svezia, grazie a due arbitraggi, il turco Cakir a Stoccolma e lo spagnolo Mateu Lahoz a San Siro, mirati.

Lunedì, invece, abbiamo assistito al contrario e Ceferin e Rosetti si sono superati. La designazione Gil Manzano lasciava pochi dubbi. La scuola spagnola, nata con Ortiz de Mendìbil e Gardeazabal, la garanzia. Forse è l'unica a superarci. Al VAR nessun dubbio. L'arbitro era a due passi per vedere l'entrata di Cristante su Mudryk. Non poteva sbagliare e non ha sbagliato. Dice Casarin che, a livello internazionale, negli ultimi minuti i rigorini non si danno e un grande arbitro del passato ricordava: "Nei 5' finali si debbono fischiare solo i rigori più che evidenti".

D'accordo, ma da quanto tempo aspettavamo un risarcimento? Se non vado errato dal 2006, quando un altro spagnolo, Medina Cantalejo, fischiò al 90' un rigore a favore di Grosso e ci permise di battere l'Australia, in dieci contro undici. Vincemmo il Mondiale, grazie ancora a Medina Cantalejo, nell'occasione quarto uomo, che corse dall'assistente di destra, visto abbassare la bandierina nell'occasione della testata di Zidane a Materazzi. Questo grazie alla lungimiranza di Paolo Bergamo e qualche altro.

Facile immaginare che cosa sarebbe successo se a Leverkusen fosse capitato a noi e non fischiato. Quindi possiamo sorridere e, per la legge della compensazione, non sentirci colpevoli. L'unica cosa che non ho capito una frase di Spalletti: "E ora viene il bello". Quasi si fosse superato l'ostacolo più grande e battuto Francia, Spagna, Portogallo, Inghilterra o Germania e ci attendesse il podio più alto agli Europei di giugno. Il C.T. forse non ha capito che ha vinto Gabriele Gravina, perché il calcio è un fatto politico, economico, tecnico, tattico, fisico e atletico e senza presidente non si vince. Per tutto questo viene facile ricordare, una volta ancora, quante baggianate dica Arrigo Sacchi, convinto, nonostante continui esempi, che determinino gli schemi!