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"C’è stata solo Sir Perugia, dall’inizio alla fine: onore e merito a chi ci ha provato, ma ha vinto la squadra più forte"
lunedì 29 aprile 2024, 16:30News
di Redazione Perugia24.net
per Perugia24.net

"C’è stata solo Sir Perugia, dall’inizio alla fine: onore e merito a chi ci ha provato, ma ha vinto la squadra più forte"

L'opinione sulla conquista dello scudetto di volley maschile di Perugia da parte di Luca Mercadini, responsabile dello sport del Corriere dell'Umbria. "C’è stata solo Sir. Dall’inizio alla fine. Onore e merito a chi ci ha provato, ma ha vinto la squadra più forte. Più bella, più tecnica, più tutto. Che ha fatto tesoro degli errori del passato e, stavolta, non ha lasciato niente per strada. Uno scudetto arrivato con tanta apparente semplicità, nonostante avversari di rango, attesi e meno attesi. Monza due volte, Civitanova agli albori della stagione, i brasiliani in India. Ma nonostante gare, a volte lunghe e tirate, nessuno ha mai dato veramente la sensazione di poter competere fino in fondo. Monza è stata sempre aggrappata, ma non al punto di strapparglielo. Lo scudetto torna a Perugia dopo 6 anni. Come spesso accade la regular season ha detto una cosa, i playoff un’altra. Prima dialogo, poi monologo Susa Vim nel momento più importante. Quello che è mancato nel passato recente, si è verificato puntuale nella stagione attuale. Da Biella a Monza passando per Bologna e la lontana Bangalore, nel cuore dell’India. Sirci non ha fatto prigionieri: quattro su quattro e più non poteva, altrimenti chissà. Salgono a 13 i successi del presidente in 12 anni di serie A: due coppe del mondo, tre coppe Italia, sei Supercoppe e due scudetti. Alla settima finale è arrivato il secondo tricolore nella sfida più inedita dopo Lube (4 volte e 2 Modena). In questo trionfo c’è stampato il nome di Gino Sirci, capace di riprendersi le sue belle rivincite dopo stagioni di raccolto magro. Decisiva la scelta di puntare, in estate, su coach Lorenzetti, fresco di tricolore con Trento. Il tecnico marchigiano si è riconfermato laureandosi campione d’Italia per la quarta volta, unico allenatore ad aver vinto in quattro città diverse (Modena, Trento e Piacenza). La sua esperienza (finale numero 9) si è rivelata fondamentale nel corso della stagione: dai primordi quando nel ritiro di Pian di Massiano gli atleti a disposizione erano pochissimi, fino al rientro di Russo e la gestione di un campione come Leon, importantissimo nel finale di stagione. La squadra è cresciuta giornata dopo giornata, a lui si deve il miglioramento di Semeniuk (un’incognita ad agosto) e il campionato da protagonista di Ben Tara, al suo primo anno in Italia senza pagare lo scotto del torneo più difficile al mondo. Lorenzetti è partito come “cacciatore di finali” ed è diventato conquistatore di trofei, senza mai far pesare il ruolo di favorita che tutti (sempre) attribuiscono alla Sir. La stagione è scivolata via in straordinaria leggerezza senza particolari pressioni. E’ così che ha gestito la squadra con titolari ben definiti e turnover ridotto al minimo. E’ così che è nato il puzzle bianconero con Plotnytskyi irresistibile, formidabile e imprevedibile. E avanti: non c’è giocatore che non sia migliorato, persino il capitano azzurro Simone Giannelli, il vero Mvp e Max Colaci che a 39 anni ha conquistato il quarto scudetto alla decima finale della carriera, unico superstite del gruppo storico che nel 2018 si laureò campione d’Italia contro la Lube. Cosa manca? Lo sappiamo tutti, la Champions. Ma per questo c’è tempo. Ora è giusto festeggiare e pure parecchio perché nelle vittorie non c’è mai nulla di scontato. Soprattutto quando si è favoriti".

(nella foto di Oreste Testa il presidente Gino Sirci con il figlio Leonardo)