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FOCUS TMW - Udinese, rosso ma senza plusvalenze. Lo stadio impatta poco
Nel 2018 l'Udinese ha perso "solamente" 15 milioni di euro. Una cifra in netta flessione rispetto a quella del 2016, quando il rosso fu di 27 milioni, ma in aumento deciso rispetto al 2017, quando ci fu addirittura un anticipo nel pagamento delle tasse perché altrimenti l'attivo sarebbe stato ben più alto del milione poi ufficializzato. Questo perché non ci sono state plusvalenze significative nel periodo, rispetto ai 36 milioni dell'estate prima.
I DIRITTI TELEVISIVI - Nel 2019 saranno ovviamente in aumento - sforano i 40 milioni di euro, riservati alle squadre di media classifica - in virtù del nuovo accordo nazionale, ma nel 2018 erano scesi fino a 38. Il fatturato netto è intorno ai 60 milioni, il che significa un impatto inferiore al 60%, anche grazie a uno stadio che fattura 6,3 milioni. Pochi, comunque, per essere di proprietà, abbastanza per un club di media fascia.
I COSTI - Sono scesi di molto, con gli stipendi che gravitano intorno ai 30 milioni (molto bassi, quindi). Abbastanza pesanti gli ammortamenti per i calciatori - che sono destinati comunque a scendere - intorno ai 26,9 milioni di euro, ma c'è anche lo stadio da pagare, ogni anno 5,5 milioni di euro. Sarà completamente "pagato" a partire dall'ottavo anno di gioco, dal 2021-22.
LO STADIO IMPATTA POCO - Ci sono due possibili vie per l'Udinese, per rendersi sostenibile. Spendere molto meno nell'acquisto dei calciatori - non troppo semplice - oppure riuscire a produrre attivi tramite i giocatori in rosa. Se De Paul fosse stato ceduto quest'estate, probabilmente ci sarebbe stato un altro attivo come quello dell'anno scorso, se non ancora più importante. Lo stadio di proprietà è sicuramente una risorsa, soprattutto in caso (pare lontana) di cessione della società, perché avrebbe un valore patrimoniale. Però non impatta nei conti, perché l'Udinese è comunque costretta a fare i conti con i diritti televisivi. Insomma, o risultati sportivi o cessioni, altrimenti i friulani saranno quasi sempre in perdita, anche quando lo stadio sarà ripagato.
I DIRITTI TELEVISIVI - Nel 2019 saranno ovviamente in aumento - sforano i 40 milioni di euro, riservati alle squadre di media classifica - in virtù del nuovo accordo nazionale, ma nel 2018 erano scesi fino a 38. Il fatturato netto è intorno ai 60 milioni, il che significa un impatto inferiore al 60%, anche grazie a uno stadio che fattura 6,3 milioni. Pochi, comunque, per essere di proprietà, abbastanza per un club di media fascia.
I COSTI - Sono scesi di molto, con gli stipendi che gravitano intorno ai 30 milioni (molto bassi, quindi). Abbastanza pesanti gli ammortamenti per i calciatori - che sono destinati comunque a scendere - intorno ai 26,9 milioni di euro, ma c'è anche lo stadio da pagare, ogni anno 5,5 milioni di euro. Sarà completamente "pagato" a partire dall'ottavo anno di gioco, dal 2021-22.
LO STADIO IMPATTA POCO - Ci sono due possibili vie per l'Udinese, per rendersi sostenibile. Spendere molto meno nell'acquisto dei calciatori - non troppo semplice - oppure riuscire a produrre attivi tramite i giocatori in rosa. Se De Paul fosse stato ceduto quest'estate, probabilmente ci sarebbe stato un altro attivo come quello dell'anno scorso, se non ancora più importante. Lo stadio di proprietà è sicuramente una risorsa, soprattutto in caso (pare lontana) di cessione della società, perché avrebbe un valore patrimoniale. Però non impatta nei conti, perché l'Udinese è comunque costretta a fare i conti con i diritti televisivi. Insomma, o risultati sportivi o cessioni, altrimenti i friulani saranno quasi sempre in perdita, anche quando lo stadio sarà ripagato.
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