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Chi può essere il nuovo Gasperini della Serie A? Da Juric a Italiano e Zanetti, le ipotesi
Gian Piero Gasperini ha rinnovato fino al 2024 con l'Atalanta. E quanti, in questi anni, hanno provato con risultati ben più che altalenanti a emulare la Dea e Gasp. Avere un Ferguson all'italiana, un tecnico con cui aprire un ciclo di lungo corso. Poi gli amori si son spezzati, la piazza è stata solo un trampolino di lancio oppure è stato un invaghirsi di qualche mese, per poi dirsi addio. Chi potrebbe ricalcare le sue orme, concretamente, in Italia?
Juric erede in tutto e per tutto?
Ci ha provato Roberto De Zerbi al Sassuolo ma poi la storia è finita dopo anni perché il tecnico attendeva il salto di qualità e l'occasione Champions con lo Shakhtar è stata troppo ghiotta per dire di no. Alessio Dionisi, suo erede, sarà un gestore di lungo periodo, quello capace di aprire un'era in neroverde in una società paziente e lungimirante come quella degli Squinzi, o Sassuolo è per lui lo step in avanti dopo Venezia ed Empoli per trovare posto in una grande? Così vien da pensare che, al momento, l'indiziato principe possa essere Ivan Juric. Che in tutto e per tutto è erede di Gasp, tatticamente, come approccio, come taglio e come stile, e che è stato scelto da Urbano Cairo per essere alla guida del Torino a lungo. Un avviso ai granata: facciano con lui e per lui quel che l'Atalanta ha imparato a fare con Gasperini. Costruire insieme. Se Cairo e Vagnati lo faranno insieme a Juric, passo dopo passo, giocatore per giocatore, ecco che anche il croato potrà aprire un ciclo alla Gasp, altrimenti la storia durerà poco.
Italiano può aprire un ciclo?
Firenze sogna. Sogna stabilità, certezze, garanzie. Sogna di aprire un ciclo lungo e duraturo con Vincenzo Italiano. Così potrà essere? Dovrà trovare le giuste alchimie anche sul mercato con proprietà e dirigenza perché da lì tutto passa. Finora ha accettato le scelte, adesso vuole fare un passo avanti anche sulle trattative. Perché da lì passa tanto, è stato così anche per Gasperini, al netto degli alti e bassi e scontri con Giovanni Sartori. Tutto perché sia dinamico e produttivo. La storia di Paolo Zanetti, ad alti livelli, è appena iniziata, ma in estate ha scelto Venezia, di restare. Di proseguire in qualcosa in cui crede. "Sarebbe bello essere un giorno come loro", ha detto dopo la sconfitta. A meno che non punti a qualcosa, in modo legittimo e comprensibile, di più ambizioso, ecco che i lagunari potrebbero essere una nuova storia del nostro calcio. Prima però la salvezza. Poi i cicli. Poi un altro Gasperson all'italiana.
Juric erede in tutto e per tutto?
Ci ha provato Roberto De Zerbi al Sassuolo ma poi la storia è finita dopo anni perché il tecnico attendeva il salto di qualità e l'occasione Champions con lo Shakhtar è stata troppo ghiotta per dire di no. Alessio Dionisi, suo erede, sarà un gestore di lungo periodo, quello capace di aprire un'era in neroverde in una società paziente e lungimirante come quella degli Squinzi, o Sassuolo è per lui lo step in avanti dopo Venezia ed Empoli per trovare posto in una grande? Così vien da pensare che, al momento, l'indiziato principe possa essere Ivan Juric. Che in tutto e per tutto è erede di Gasp, tatticamente, come approccio, come taglio e come stile, e che è stato scelto da Urbano Cairo per essere alla guida del Torino a lungo. Un avviso ai granata: facciano con lui e per lui quel che l'Atalanta ha imparato a fare con Gasperini. Costruire insieme. Se Cairo e Vagnati lo faranno insieme a Juric, passo dopo passo, giocatore per giocatore, ecco che anche il croato potrà aprire un ciclo alla Gasp, altrimenti la storia durerà poco.
Italiano può aprire un ciclo?
Firenze sogna. Sogna stabilità, certezze, garanzie. Sogna di aprire un ciclo lungo e duraturo con Vincenzo Italiano. Così potrà essere? Dovrà trovare le giuste alchimie anche sul mercato con proprietà e dirigenza perché da lì tutto passa. Finora ha accettato le scelte, adesso vuole fare un passo avanti anche sulle trattative. Perché da lì passa tanto, è stato così anche per Gasperini, al netto degli alti e bassi e scontri con Giovanni Sartori. Tutto perché sia dinamico e produttivo. La storia di Paolo Zanetti, ad alti livelli, è appena iniziata, ma in estate ha scelto Venezia, di restare. Di proseguire in qualcosa in cui crede. "Sarebbe bello essere un giorno come loro", ha detto dopo la sconfitta. A meno che non punti a qualcosa, in modo legittimo e comprensibile, di più ambizioso, ecco che i lagunari potrebbero essere una nuova storia del nostro calcio. Prima però la salvezza. Poi i cicli. Poi un altro Gasperson all'italiana.
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