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I fatti del 2018 - Juve prima in tutto. L’esordio della Under23
La storia del calcio italiano degli ultimi sette anni ha una sola verità indiscutibile: la Juventus è la società più solida e importante del paese. Una leadership, quella bianconera, che si riscontra anche fuori dal campo. Gli scudetti e le finali di Champions sono degli allori d’indiscutibile importanza, ma la potenza economica nata dalla realizzazione del primo stadio di proprietà del nostro paese unito ad una politica particolarmente azzeccata a livello amministrativo hanno permesso alla società torinese di conquistare pressoché indisturbata la leadership in ambito nazionale.
Una potenza, questa, che ha permesso alla società del presidente Andrea Agnelli di affrontare per prima anche la riforma che ha sancito l’ingresso delle seconde squadre nel calcio professionistico italiano. Una decisione, quella della Juve di dare vita alla formazione Under23, divenuta ancora più simbolo di forza a causa dell’assenza di altri club attivi in questo nuovo progetto. Un progetto, a dire il vero, piuttosto claudicante e con molti punti interrogativi, quello varato lo scorso agosto da una Federcalcio commissariata, che ha preso solo spunto dalla bozza ideata dalla stessa Lega Pro sotto la gestione Gravina.
Dalla forza societaria ai campi della Serie C, però, il passo si è dimostrato finora molto grande. Le difficoltà per una squadra assemblata in poco tempo sono evidenti, nonostante la guida di un tecnico preparato e di sicuro futuro di Mauro Zironelli abbia in parte nascosto le lacune di un gruppo che per ora ha assomigliato più ad una bozza di progetto che ad una squadra vera e propria.
Dalla prossima stagione, poi, le cose dovrebbero cambiare, con il progetto delle seconde squadre maggiormente delineato e con più partecipanti, e questo dovrebbe dare un’ottica diversa a tutta la situazione. Con la Juventus che a quel punto potrà far fruttare l’anno in più di esperienza rispetto alle rivali e puntare subito in alto. Magari alla Serie B.
Una potenza, questa, che ha permesso alla società del presidente Andrea Agnelli di affrontare per prima anche la riforma che ha sancito l’ingresso delle seconde squadre nel calcio professionistico italiano. Una decisione, quella della Juve di dare vita alla formazione Under23, divenuta ancora più simbolo di forza a causa dell’assenza di altri club attivi in questo nuovo progetto. Un progetto, a dire il vero, piuttosto claudicante e con molti punti interrogativi, quello varato lo scorso agosto da una Federcalcio commissariata, che ha preso solo spunto dalla bozza ideata dalla stessa Lega Pro sotto la gestione Gravina.
Dalla forza societaria ai campi della Serie C, però, il passo si è dimostrato finora molto grande. Le difficoltà per una squadra assemblata in poco tempo sono evidenti, nonostante la guida di un tecnico preparato e di sicuro futuro di Mauro Zironelli abbia in parte nascosto le lacune di un gruppo che per ora ha assomigliato più ad una bozza di progetto che ad una squadra vera e propria.
Dalla prossima stagione, poi, le cose dovrebbero cambiare, con il progetto delle seconde squadre maggiormente delineato e con più partecipanti, e questo dovrebbe dare un’ottica diversa a tutta la situazione. Con la Juventus che a quel punto potrà far fruttare l’anno in più di esperienza rispetto alle rivali e puntare subito in alto. Magari alla Serie B.
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