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Figc vs. governo: il calcio alla fine ripartirà, ma di "guarire" dai soliti difetti non se ne parla. E le parole di Lotito fanno arrabbiare i "colleghi"...

Figc vs. governo: il calcio alla fine ripartirà, ma di "guarire" dai soliti difetti non se ne parla. E le parole di Lotito fanno arrabbiare i "colleghi"...TUTTO mercato WEB
© foto di Alessio Alaimo
martedì 28 aprile 2020, 08:20Editoriale
di Fabrizio Biasin

Ben ritrovati dalla quarantena. Siamo al 50esimo giorno, forse millesimo. La voglia di fare la pizza è passata tre settimane fa, quella dei canti sui balconi è durata come un gatto in tangenziale. In casa all’inizio era tutto un “noi ce la faremo”, ora se sbatti troppo le palpebre trasformi il tuo convivente in una belva: “La smetti di sbattere ‘ste cazzo di palpebre?”. C’è della tensione, insomma, ma per fortuna arriva la Fase 2.
La Fase 2 è uguale alla Fase 1 solo che puoi andare dai congiunti. E dagli “affetti stabili”. Però non puoi fermarti a pranzo, puoi solo entrare in casa del congiunto con la mascherina, gridare “topoli congiunto!” e uscire. Con “l’affetto stabile” puoi anche trombare, a quanto pare, ma solo se munito di mascherina. Totale: aspettiamo che esca un decreto in grado di chiarire le modalità.
Se pensate di andare dal vostro amico Marione a farvi un gintonic sappiate che dovrete essere molto convincenti. “Mi scusi, dove sta andando?”. “Dal mio amico Marione a farmi un gintonic”. “Ma non è un affetto stabile”. “Senta, lo conosco dalla terza elementare. Nel frattempo ho cambiato 12 fidanzate e 2 mogli. Si fidi che è l’unica cosa stabile della mia vita”. “…ok, può andare”. Più o meno andrà così.
Ma veniamo al calcio o quel che ne rimane. La Fase 2 del calcio si differenzia dalla Fase 1 perché prima Lotito voleva tornare a giocare per provare a vincere lo scudetto e ora, praticamente, lo vuole a prescindere. Credo che per il bene di tutti sarebbe il caso di consegnarglielo, in fondo ha dimostrato di crederci tantissimo e in una situazione del genere, tanto può bastare. Vuoi a tutti i costi lo scudetto di questa stagione disgraziata? Bene, eccolo.
Cioè, capiamoci.

“Accanirsi” sulla stagione 2019-2020 ha un senso solo se diciamo le cose come stanno: bisogna giocare per riuscire a non perdere un vascello di milioni, stop. L’aspetto sportivo no, quello non sta in piedi: si tornerà in campo a tre mesi dalle ultime partite, con giocatori in forma diversa e costretti a giocare una partita dietro l’altra, probabilmente a 30 gradi, forse con regolamenti diversi (aumento del numero di cambi per scongiurare il rischio infortuni). Si deve fare e si farà, ma non parliamo di “sport”, per cortesia, altrimenti si dà ragione a chi sostiene che il Palazzo del calcio viva in una dimensione tutta sua.
Gravina che insiste per tornare a giocare ha tantissime ragioni, il ministro Spadafora che “temporeggia”, pure. Il contrasto tra governo e federazione in qualche modo è comprensibile (necessità di salvare i milioni vs. dovere di salvaguardare la salute di tutti) e in qualche modo arriverà a un punto d’incontro, ne siamo convinti, anche se ora pare un insopportabile bisticcio tra bimbi. Quello che non è ammissibile è trasformare questa cosa in una “corsa al titolo”, soprattutto in un momento in cui si continua drammaticamente a crepare, giorno dopo giorno (qui “retorica”, ma è quello che accade davvero).
Intendiamoci, un medico non potrà mai dare l’ok per la ripartenza, perché sa perfettamente che i rischi superano di gran lunga la possibilità che tutto fili liscio. Ci si dovrà turare il naso e sperare di arrivare a un conclusione di qualche genere ma, lo ripetiamo, che nessuno dica “lo facciamo per dare speranza alla gente”, altrimenti ci si prende per il culo e fino a prova contraria siamo tutti (o quasi) adulti e vaccinati.
Ps. Mentre Lotito chiariva al mondo la sua posizione (a molti tra i suoi colleghi in Lega la sua intervista non è affatto piaciuta…), cinque giocatori della “sua” Salernitana venivano multati per aver organizzato una mini festa di compleanno. Ecco, prima di indicare le linee guida per la ripartenza al resto del calcio, forse, dovrebbe riuscire a far rispettare quelle in essere ai suoi tesserati.
Ps./2 In questo pezzo è doveroso parlare in qualche modo di mercato, anche perché abbondano le trattative, molte - leggiamo qua e là - sono in stato super-avanzato. Ebbene, per non restare indietro, il qui scrivente ha fatto qualche telefonata tra quelli che “fanno mercato”. Le risposte sono state queste. 1) “Ci sono contatti, nulla di più. Giocare o non giocare fa la differenza". 2) "Non sappiamo neppure se si ricomincia, figurati se stiamo pensando al mercato”. 3) Come faccio a sapere se devo vendere questo e comprare quell’altro? Magari uno ora gioca 10 partite da Dio e cambio strategia: in teoria siamo a metà stagione…”. 4) “Non so ancora cosa devo fare con i contratti in scadenza al 30 giugno....”. 5) “Se mi dici quando è in programma il prossimo mercato… allora possiamo parlare di mercato. Il resto sono chiacchiere per riempire gli spazi”. Tanto vi dovevo.

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