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Format, Presidenza Figc e ripresa: la grande sfida "nascosta". Pasticcio in C, colpa dei Presidenti indebitati e silenziosi

Format, Presidenza Figc e ripresa: la grande sfida "nascosta". Pasticcio in C, colpa dei Presidenti indebitati e silenziosiTUTTO mercato WEB
lunedì 11 maggio 2020, 21:07Editoriale
di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb

Non è una guerra ma un gioco di potere. All'esterno trapela poco ma il mondo del calcio è ad un bivio. Si preannuncia una rivoluzione entro la primavera del 2021 e la partita a scacchi è iniziata da tempo. Paradossalmente, a questa partita, la Lega che ha meno da fare è proprio quella dei ricchi: la Lega di serie A. Ai 20 Presidenti di Via Rosellini interessa solo la torta dei diritti tv. Il format non è un problema della A che sarà a 20 squadre, almeno per la prossima stagione. Si è convinto anche Cellino che adesso vuole giocare perché ha capito che è utopia il blocco delle retrocessioni. Al tavolo ci sono tutti: il politico (Gravina), il pratico (Sibilia), lo stratega (Balata) e il ribelle (Ghirelli). La crisi di "Governo" è dietro l'angolo e il rischio è che sia proprio il ribelle, alleato principale del politico, a trascinare il numero 1 della Federazione nel caos più totale. Ghirelli, però, in questa domenica di maggio ha messo a segno un punto importante. La cassa integrazione per i calciatori sotto il reddito dei 50 mila euro. Era un suo cavallo di battaglia. Con la scorsa assemblea di Lega Pro, sicuramente Gravina non è stato aiutato dal suo successore in C. Ma di Lega Pro parleremo più avanti. C'è un dato di fatto: la proposta del nuovo format è sulla scrivania di tutti i Presidenti e, con una forzatura esemplare, si potrebbe attuare già dalla prossima stagione. Lo scorso 1 dicembre fu proprio Ghirelli a porre una firma, riferita al famoso articolo 50 delle Noif. Tradotto: il format può cambiare anche la stagione successiva, senza aspettare il campionato "ponte". La serie A guarda, Lotito studia per una poltrona, la serie B punta a diventare più ricca e prendere i 35 milioni di euro di mutualità della Lega Pro sarebbe un giusto compromesso per allargare il campionato a 40, la serie D avrebbe la forza elettorale e il potere di essere considerata dilettante con i vantaggi fiscali del caso e il 17% della Lega Pro, in vista delle prossime elezioni federali, sarebbe suddiviso tra Lega di A, Lega di B che andrebbe a raddoppiare la propria quota, e una fettina anche alla D che già ha il potere in mano. Da 100 club professionistici a 60. Fila tutto. Sicuramente tornano i conti ma soprattutto ci sarebbe maggiore occupazione per i calciatori (circa 500 posti in più), seppur senza contributi. Ma di questi tempi meglio pensare ad un posto di lavoro in più. Balata e Sibilia hanno un grande jolly tra le mani. In tutto ciò andrebbe messa in liquidazione la Lega Pro. Una Lega storica e ricca di passione, ma se non quadrano i conti dei club bisognerà apportare un intervento. E basta parlare di semi-professionismo. E' una favola che non esiste. O carne (professionisti) o pesce (dilettanti). La via di mezzo, in questo caso, non è consentita dalla legge. Il consiglio federale di venerdì scorso è stato rinviato proprio alla luce dei nuovi format. C'è una spaccatura che fa tremare la poltrona di Gabriele Gravina. Il numero 1 della Figc è rimasto spiazzato dalla Assemblea di C che lo ha messo, non poco, in una posizione scomoda.

Una Lega, senza la FIGC, può cambiare poco e non può decidere i criteri di promozione, di blocco campionato, di non retrocessioni e di blocchi ripescaggi. Insomma, i Presidenti di serie C si sono confermati tutti e 60 lo specchio dei loro bilanci. Non è un caso se sono tutti sul lastrico calcistico. Società gestite male, soldi buttati, e con l'obiettivo assurdo di ripartire, il prossimo anno, senza presentare le fideiussioni; così ad ottobre avremo 20 Pro Piacenza e 200 calciatori per strada senza stipendi. I Presidenti di C abbaiano ma non mordono. Parlano ma non decidono. L'assemblea, su zoom, di giovedì scorso è stata la fotografia di una categoria che sta andando a picco. Con i problemi che ha la terza serie nessuno ha parlato di nulla, il gioco del silenzio nascosti dietro un pc, volevano fare la rivoluzione, hanno parlato solo dei criteri per stabilire la quarta promossa. Perdita di tempo perché non decideranno loro ma il Consiglio Federale. Più che una assemblea sembrava il ritrovo al bar con una distanza almeno di 100 metri. Entrate, anzi parlate, uno alla volta e il gioco del silenzio è servito. La colpa è dei 60 Presidenti che potrebbero fare una grande Lega e, invece, sono fermi su una autostrada nella piazzola di sosta da troppo tempo. Ognuno pensa al proprio inutile orticello che non fa cadere più una ciliegia da anni. E' una critica costruttiva e non distruttiva ma questi 60 club devono svegliarsi. Urge una soluzione. Trovatemi una Lega che ha piazze come Catania, Siena, Bari, Avellino, Trieste.... una meraviglia! Con un po' di idee potrebbe uscire un campionato favoloso. Certo 60 società sono troppe e inutili. Ci sono anche piazze che non potrebbero fare neanche la D. Stanno per arrivare Palermo, Mantova, forse Foggia e non discutono di come valorizzare il campionato. Uno spreco. Un peccato. Si può essere Presidenti di serie C ma si deve essere imprenditori di serie A per lasciare il segno. La C è ad un bivio. Se il Consiglio Federale confermerà le decisioni dell'Assemblea di Lega Pro sarà il trionfo di Ghirelli, in caso contrario si rischia il "terremoto" con un noto nome pronto a tornare alla ribalta. Nel frattempo, venerdì, si è tenuto un Consiglio Federale informale via call. C'erano tutti: a rappresentare la FIGC c'erano Gravina e Brunelli. Presenti anche Tommasi, Ulivieri, Nicchi e i Presidenti di Lega. Gravina ha usato toni forti contro la Lega Pro e soprattutto, la cosa che più conta, è stato l'ordine di organizzarsi per far ripartire i campionati di A, B e C con la Lega Pro che avrebbe lo sconto del calendario e ripartire "solo" dai play off. Soluzione più logica, lasciando spazio al campo e non ai tribunali.

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