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LA SCONTATA VERITA' DI COGNIGNI E UN PROGETTO CON TANTE SPERANZE. REBUS SAPONARA LEGATO A BENASSI, CHE MIHAJLOVIC NON VEDEVA NEL 4-2-3-1TUTTO mercato WEB
© foto di Image Sport
venerdì 22 settembre 2017, 00:01L'opinione
di Marco Conterio
per Firenzeviola.it

LA SCONTATA VERITA' DI COGNIGNI E UN PROGETTO CON TANTE SPERANZE. REBUS SAPONARA LEGATO A BENASSI, CHE MIHAJLOVIC NON VEDEVA NEL 4-2-3-1

Nato il 5.5.85 a Firenze, è caporedattore della testata Tuttomercatoweb.com e voce di TMW Radio. Già speaker di Radio Sportiva e Lady Radio, è stato firma de Il Messaggero e La Nazione.

Mario Cognigni, presidente della Fiorentina, parla di una squadra con "difetti di gioventù". Che non è l'acqua calda ma poco ci manca. E' una chiara verità ma niente di nuovo sul fronte viola. La pazienza di cui parlavamo nelle scorse settimane passa anche dai dignitosi schiaffi di Torino, che riportano la Fiorentina su terreni e territori più concreti. E' un cantiere in pieno svolgimento, è una rosa rivoluzionata e l'amalgama non la sta trovando il Milan dei Bonucci, Biglia e Kalinic, figuriamoci una squadra che non ha avuto soldi per rinforzarsi ma li ha dovuti aspettare dalle cessioni d'agosto. Il mercato ha portato interessanti novità e prospetti importanti: Pezzella si sta dimostrando centrale di altissimo spessore, Veretout ha fisico e geometrie adatte al livello, Thereau i gol che forse mancavano e Simeone la grinta giusta per far male in zona realizzativa. C'era poco di diverso da aspettarsi: Gil Dias è un prospetto, un progetto, ma futuro e venturo, così come s'è posta in mente di ripartire questa Fiorentina. Serve pazienza, è l'unica ricetta possibile e il "sostegno" chiesto da Cognigni è necessario perché il progetto vada avanti passo dopo passo, inciampo dopo inciampo.

Ci sono semmai dei dubbi, delle perplessità, perché nei cantieri talvolta si prendono cantonate o si fanno scelte da rivedere poi in corsa. Niente è perduto, tutto perfettibile, ma la sensazione cristallina è che Benassi stia ancora faticando a trovare un'identità tattica in questa Fiorentina. Mihajlovic l'ha fatto partire dal Torino perché inadatto al 4-2-3-1 e per adesso, da trequartista, da esterno o da mediano, ancora non ha la sua dimensione. Certo, c'è tempo, perché se l'obiettivo è il domani, allora la pressione si allenta e Benassi potrà reinventarsi in un ruolo ancora non suo.

L'altro riguarda Saponara: quando tornerà a pieno regime, troverà lo spazio sperato? Farlo giocare vorrebbe dire, con Thereau e Chiesa imprescindibili nello schema di Pioli, metter fuori proprio lo stesso Benassi. L'ex granata, da esterno mancino, non ha reso al meglio ma Saponara è trequartista puro, dietro la punta o le punte. O Pioli prova Benassi mediano con Veretout o Badelj, lì dove Mihajlovic non lo vedeva, o lo preferisce a un Thereau dal quale però potrebbero arrivare diversi gol che gli altri ancora non hanno in canna.

Il terzo dubbio è relativo al terzino destro. Biraghi si sta disimpegnando bene sulla sinistra, pur al netto delle ombre dell'Allianz Stadium. Sulla destra, però, Gaspar sembra buono in fase di spinta e offensiva ma con lacune evidenziate dal gol di Mandzukic in quella difensiva. Laurini viceversa. Copre bene, spinge a tratti e non è un caso se Pioli gli ha preferito per due gare proprio l'ex Vitoria Guimaraes, quando voleva provare a costruire gioco.

Stefano Pioli, però, si è dimostrato con il passare dei giorni e delle settimane il tecnico perfetto per il progetto Fiorentina ricostruito da Corvino. In estate, quando la diaspora dei campioni era in pieno svolgimento, confidava agli amici di non volersi fasciare la testa ma di aver fiducia in un progetto che sognava da tempo di sposare. Da tempo, da anni, voleva tornare a Firenze e ora non ha intenzione di sprecare l'occasione. Sta cercando di sistemare le pedine, con qualche inciampo, è vero, ma con la consapevolezza di avere in mano un'idea vera di squadra. Con potenzialità. Non per fare miracoli subito, ma seminando con calma può crescere ancora. E rieccoci alla pazienza. E' l'unica arma. Ne è convinto Pioli, ne è certo Corvino.