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VENDERE O NON VENDERE LA FIORENTINA? UN ALTRO GIALLO SULLA BANCA. LE PROPOSTE SONO ARRIVATE, MA DIEGO LE SNOBBA. ALTA TENSIONE PER IL RINVIO A GIUDIZIO. PAIRETTO SARÀ SOSPESO. MA PIOLI DEVE CAMBIARE: SIMEONE ISOLATO, TROPPI GIOCATORI MODESTITUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 26 settembre 2017, 00:05L'opinione
di Enzo Bucchioni
per Firenzeviola.it

VENDERE O NON VENDERE LA FIORENTINA? UN ALTRO GIALLO SULLA BANCA. LE PROPOSTE SONO ARRIVATE, MA DIEGO LE SNOBBA. ALTA TENSIONE PER IL RINVIO A GIUDIZIO. PAIRETTO SARÀ SOSPESO. MA PIOLI DEVE CAMBIARE: SIMEONE ISOLATO, TROPPI GIOCATORI MODESTI

Due comunicati ufficiali in un giorno solo, approvati da Diego Della Valle in persona, sono la prova provata di quanta tensione agiti un’altra volta la Fiorentina. In campo e fuori.

Cominciamo dal fuori. Ieri il gruppo Tods (e non la Fiorentina) ha smentito ufficialmente di avere incaricato la Suisse Bank di vendere la società viola. La notizia era apparsa domenica mattina su un importante giornale economico e già il fatto che Diego Della Valle abbia deciso di mettere a tacere certe voci, tutto sommato normali e di routine quando c’è una società messa in vendita a giugno con un comunicato ufficiale, è abbastanza singolare. Quasi un giallo. Che sta succedendo? La decisione di mettere in vendita la Fiorentina, cosa nota, risale alla fine di giugno. Si trattava e si tratta, però, di una manifestazione di intenti che, in teoria, sbollita la rabbia contro Cavalli e finito lo sfogo, avrebbe potuto morire così come era nata. Per avviare la procedura di vendita vera e propria, in certi casi è indispensabile passare a fatti concreti e decisioni operative. Non basta dire "voglio vendere" e mettersi poi a trattare con il primo che capita. Nominare un advisor  è un passaggio praticamente obbligato.

Cosa significa? Significa incaricare una banca d’affari di fare una valutazione sul valore reale del bene in vendita con il conseguente mandato esclusivo a vendere sul mercato internazionale, a clienti potenzialmente interessati, da privati desiderosi di investire nel calcio a fondi d’investimento. Nell’articolo uscito su questo nostro giornale online qualche settimana fa, avevo anticipato la decisione di Ddv di andare avanti nella parte pratica della vendita, nominando appunto questo advisor entro il mese di settembre. I manager erano stati incaricati di fare uno screening nel mondo bancario per poi dar modo a Ddv di decidere a quale banca affidare la cessione della Fiorentina. La notizia uscita domenica sul nome della banca prescelta, la Suisse Bank non mi ha meravigliato. Per me era la naturale conseguenza di quanto deciso, ovvero un ulteriore passaggio verso la vendita della Fiorentina. Perché allora la smentita voluta da Diego? I casi sono almeno tre.

O il giornale economico ha sbagliato banca, l’advisor è un altro e la Tods lo vuol tenere segreto.

O l’advisor non è ancora stato scelto, i manager stanno valutando e la Suisse Bank è solo una delle banche contattate.

O, infine, Diego ha deciso di congelare la vendita.

E’ un giallo in piena regola.

Ma del resto quello che sta accadendo attorno alla Fiorentina ormai è un giallo continuo da mesi. Nessuna meraviglia. Potrebbe anche essere successo che un acquirente abbia già fatto direttamente a Diego un’offerta ritenuta valida, senza bisogno di advisor. Ma la vedo complicata. Anzi, mi risulta che siano già arrivate nei mesi scorsi diverse proposte d’acquisto sul tavolo dei Della Valle, ma nessuna di queste offerte è stata presa in considerazione. Neppure una che sia stata esaminata. Cosa abbia davvero in testa Ddv è difficile capirlo. La società resta in vendita, questo è certo.  Dal punto di vista pratico però, sembra tutto fermo al comunicato di fine giugno. Paradossalmente nel frattempo, come già anticipato, però Diego è tornato a interessarsi delle sorti della Fiorentina, è stato tutta l’estate vicino a Corvino, dialoga con Pioli, vuole sapere e programma. Perché? Forse soltanto perché è andato a supplire alla mancanza di Andrea che ha deciso di tirarsi fuori. In fondo la Fiorentina resta una delle aziende di famiglia e abbandonarla a sé stessa non sarebbe logico. Così Diego ha deciso di seguirla di più, ma ha dato pure mandato ai suoi manager di gestire in autofinanziamento. Anche se dovesse decidere di non vendere, in attesa della decisione sulla costruzione dello stadio, Ddv non farà alcun investimento sulla Fiorentina. Il regime è quello dell’autofinanziamento, da oggi e forse fino al momento (se ci sarà) della vendita o della costruzione dello stadio. Ecco spiegato perchè sono stati accantonati quasi 40 milioni di euro residuo della campagna acquisti. Servono per la gestione, dal pagamento degli stipendi, a tutto quello necessario a far funzionare una società così importante con più di cento dipendenti. Un quadro confuso, mutevole, imperscrutabile. In continuo movimento che non giova ai rapporti con la città (Nardella era andato anche a Casette d’Ete per cercare intese e ottimismo sul futuro) e con la tifoseria. Tutto è tornato molto teso dopo l’infelice uscita di Della Valle sugli avvoltoi.

E ieri, della serie mai una gioia, è arrivata pure la notizia del rinvio a giudizio dei principali dirigenti viola e dei fratelli Della Valle (sedici persone in tutto) per falso in bilancio. La vicenda è nota e risale a Calciopoli. L’ex presidente del Bologna ha chiesto un risarcimento danni alle società condannate e la Fiorentina avrebbe dovuto accantonare la cifra richiesta (30 milioni) in attesa della sentenza. Non è stato fatto perché a detta dei legali non c’erano elementi sufficienti per ipotizzare una vittoria di Gazzoni in sede di risarcimento danni. Posizione condivisa anche dalla Procura che mesi fa aveva chiesto l’archiviazione del tutto. Il Gip, invece, ha dato ragione a Gazzoni che ha fatto ricorso e adesso i dirigenti viola dovranno affrontare il giudizio che probabilmente si tradurrà in nulla, ma trattasi di un’altra vicenda che contribuirà ancora di più a prendere le distanze da un mondo che i Della Valle non hanno mai amato e ha procurato loro soltanto rogne.

E in campo, purtroppo, le cose non vanno meglio. Dopo la disastrosa prestazione con l’Atalanta (non è la prima), Pairetto sarà sospeso dagli organismi arbitrali e mandato a riflettere sui suoi errori. Magra consolazione per la Fiorentina penalizzata in almeno tre occasioni per un Var mal gestito dal figlio d’arte. Arte povera. Era un po’ che alla Fiorentina non capitava un arbitraggio così scarso e penalizzante, speriamo sia il primo e l’ultimo. Detto questo, però, non si può tirare in porta una volta a partita e sperare di vincere. E’ vero che la Fiorentina sta studiando da squadra e i lavori sono in corso, ma questo 4-2-3-1 sul quale continua a lavorare Pioli non mi sembra adatto ai giocatori viola. Perché? Un motivo molto banale ed evidente: non c’è qualità. La Fiorentina è una squadra modesta, soprattutto in alcuni ruoli, e non può continuare a pensare così in grande, a un modulo difficile. Nel 4-2-3-1, tanto per dirne una, servirebbero due esterni difensivi di grande gamba e di personalità in grado di difendere, ma anche di diventare centrocampisti aggiunti per aiutare i due interni di centrocampo. Un lavoro che Biraghi e Laurini, volenterosi e niente più, non possono fare. Altri interpreti per altro molto forti come Chiesa sono più per la giocata che per il gioco di squadra. Gil Dias è interessante, ma leggero e con poca personalità. Non voglio citare poi i soliti modesti giocatori portati da Corvino in estate, da Gaspar a Vitor Hugo, da Zekhnini forse anche a Eysseric, per non parlare dei corviniani doc come Sanchez, Olivera o Cristoforo. Anche Thereau, buon giocatore, ma ha nell’Udinese il suo picco più alto. Mi dispiace dirlo, spero di sbagliare, ma la Fiorentina è poco più sopra del Bologna o del Chievo (domenica scontro diretto) e dovrebbe giocare come fanno le squadre di quel livello.

Solo il rientro di Saponara potrà dare una spinta tecnica e con Saponara, insisto, sarebbe logico giocare con il rombo a centrocampo. Badely, Veretout (anche lui un gregario), Benassi e Saponara dovrebbero esserci tutti assieme. Ma anche il 4-3-2-1 può essere una soluzione con Chiesa e Saponara dietro a Simeone. E comunque, concludendo, è evidente come le trame offensive non funzionino. Non c’è fluidità, manca sintonia nei movimenti, la difesa troppo bassa non accompagna.

La Fiorentina è cresciuta in personalità, nel carattere e nell’aggressività, ma dopo la sosta per le nazionali, da metà ottobre in poi, è anche logico cominciare a chiedere qualcosa di più e di meglio. Oltre alle sei classiche, oggi giocano meglio della Fiorentina anche Torino, Sampdoria e Atalanta che sono davanti in classifica non per caso. La sfida diventa sempre più complicata e (forse) impari.