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L’AMMISSIONE DI COMMISSO, LA STANCHEZZA DI DELLA VALLE: PUÒ ESSERE LA DOMENICA DELLA SVOLTA, PRIMA PERÒ SALVIAMOCI (HO UNA SCIARPA DA TENERE IN SOFFITTA)
domenica 26 maggio 2019, 00:00L'opinione
di Leonardo Bardazzi
per Firenzeviola.it

L’AMMISSIONE DI COMMISSO, LA STANCHEZZA DI DELLA VALLE: PUÒ ESSERE LA DOMENICA DELLA SVOLTA, PRIMA PERÒ SALVIAMOCI (HO UNA SCIARPA DA TENERE IN SOFFITTA)

“Sì, sono vicino a comprare la Fiorentina”. Pare sia stato proprio lui, Rocco Commisso, calabrese di New York, a lanciare la bomba. La Fiorentina, nella domenica più difficile della sua storia recente, potrebbe voltare pagina per davvero. Certo, ci sarà da aspettare il closing, il pagamento della cifra pattuita e le firme sui contratti, ma stavolta la strada sembra tracciata sul serio, anche perché Della Valle è stufo di Firenze e la lettera aperta di qualche giorno fa ha segnato un punto di non ritorno nel suo rapporto con la città. 

Prima però conta solo la salvezza, conta non sbagliare la partita di stasera. Conta restare in Serie A. A tutti costi. Proprio per questo la Fiorentina - intesa come società - ieri è rimasta in silenzio, aspettando di far parlare il campo. In ballo c’è la faccia, l’orgoglio, l’amore dei fiorentini e una montagna di soldi. In caso di B infatti potrebbe tornare tutto in discussione. Anche Commisso seguirà la partita dall’altra parte dell’oceano, poi, se la serata finirà come tutti speriamo, uscirà allo scoperto. Legare Firenze a New York è un’idea affascinante, mettersi nelle mani di un magnate da 4,5 miliardi di dollari, lo è altrettanto. I sogni però vanno rimandati di qualche ora, la notizia di un ribaltone del genere, di sicuro non è arrivata al momento giusto: la squadra, già impaurita e in piena crisi, rischia di pagare la tensione a caro prezzo. Ddv in ritiro ha provato a sminuire i rumors: conta il campo, potete farcela, il senso del suo discorso alla squadra. 

Come tutti i fiorentini, nella mia testa ho giocato e ripensato a questa lunga domenica drammatica che ci attende: onestamente non credo che l’Inter perderà a San Siro contro l’Empoli, di sicuro però gli azzurri ci proveranno, anche perché hanno spensieratezza e organizzazione di gioco per crederci. Da Genova invece dicono che la squadra di Prandelli inizierà sorniona, in attesa di capire se il pareggio potrà bastare per salvarsi. Ecco, la Fiorentina dovrà evitare di farsi ingolosire dai calcoli. Serve una partita aggressiva, serve farsi trascinare da un Franchi che sicuramente sarà splendido, come se in palio ci fosse la Champions. Tirare per le lunghe l’incertezza potrebbe diventare un boomerang, perché a quel punto basterebbe un episodio a scrivere l’epilogo più nero. 

Nel ’78 ero troppo piccolo, quella salvezza l’ho vissuta solo attraverso il racconto dei miei. Nel ’93 però c’ero eccome e nessuno mi farà mai scordare le lacrime, il senso di sconforto e di rabbia che provai sui gradoni della Fiesole. La settimana precedente, prima che Bati pareggiasse a Torino all’ultimo tuffo, ero così fuori di me che rischiai di mandare a rotoli il mio primo amore. Avevo 16 anni e la notte della retrocessione dormii con la sciarpa viola al collo. Non me la tolsi neppure per andare a scuola, era una specie di ancora di salvataggio a cui aggrapparsi per reagire al dolore: mai più una sofferenza simile, mai più la Fiorentina in B. Vinciamo questa partita allora, poi si parlerà di che fine farà Chiesa e di chi, semmai, si intascherà l’assegnone, di perché Diego si sta accontentando di una cifra così bassa rispetto a quanto chiedeva finora, di cosa ha in testa il fu juventino Commisso e della fine senza gloria della storia dei Della Valle a Firenze. Prima però evitiamo il peggio. Quella sciarpa ce l’ho ancora, ma vorrei continuare a tenerla in soffitta.