Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / fiorentina / L'opinione
SITUAZIONE LUNARE: SQUADRA FORTE, ARRIVA BREKALO MA NON LA PUNTA CHE SEGNA. SOCIETÀ CONTESTATA DA UNO STRISCIONE CHE METTE A POSTO I RUOLI: CLUB STAMPA E TIFO. MA CI VORREBBE DISCONTINUITÀ PER UNA PROSSIMA RIFONDAZIONE
venerdì 27 gennaio 2023, 00:00L'opinione
di Stefano Prizio
per Firenzeviola.it

SITUAZIONE LUNARE: SQUADRA FORTE, ARRIVA BREKALO MA NON LA PUNTA CHE SEGNA. SOCIETÀ CONTESTATA DA UNO STRISCIONE CHE METTE A POSTO I RUOLI: CLUB STAMPA E TIFO. MA CI VORREBBE DISCONTINUITÀ PER UNA PROSSIMA RIFONDAZIONE

Ad una manciata di giorni ed ore dalla fine del mercato invernale "si resta così" diventa il principale cruccio del tifoso, appeso alle dichiarazioni dei dirigenti. Così nel caso specifico è il dg Barone a prendere la parola prima della Supercoppa della Primavera, nel classico gioco delle dichiarazioni sul mercato si esclude l'arrivo di un centravanti, ma non di un'occasione che da ieri pare esser tornata a chiamarsi Josip Brekalo. 

Insomma, si rimane così, tanto la squadra è forte, affermano i dirigenti, malgrado i numeri impietosi del campo raccontino un’altra verità e non siano troppo sostituibili.

Intanto in giro si fanno e si odono discorsi come se fossimo non a gennaio 2023, ma a gennaio 2022 cioè quando fu ceduto Vlahovic, e si parla ancora del sostituto dell’attaccante serbo che in un anno, leggasi dodici mesi, la Fiorentina non ha ancora individuato. Certo, ci sono Jovic, Cabral e persino Kouamè, ci sono gli esterni d’attacco come Ikonè (un grande mezzo giocatore lo definì Sconcerti), ma nessuno di loro, numeri alla mano, garantisce le reti necessarie per essere competitivi sui tre fronti nei quali la squadra viola è ancora in corsa, l’unica buona notizia di questo periodo nero e di questo articoletto. Fino alla fine dello scorso anno era giusto tutelare chi c’era e dare agli attaccanti in rosa le loro chance, ma adesso i nodi sono venuti tutti al pettine e la stagione, quarta dell’era Commisso, è ad un punto decisivo, ma intanto il club viola ha deciso: la squadra è forte così e non arriverà un’altra punta, tanto che probabilmente si tratterà di un esterno vien da pensare. 

Errare comunque è umano, mentre perseverare è lunare, assurdo, folle, illogico, insensato e paradossale, tanto che il mercato viola si è pure mosso, ma all’inverso, all’arrovescio si diceva da bambini, serve una punta ed è arrivato un portiere, Sirigu, così per dare al tutto un senso di ironia, e del resto era proprio il predecessore di Commisso che diceva come il calcio sia un divertimento e in questo senso s’è rianimata anche la trattativa per Brekalo, della serie serve una prima punta prolifica e pronta prima di subito e forse arriva un esterno, l’ennesimo, fermo da un po’.
Va bene, va bene così, canta Vasco Rossi, mutuando una canzoncina degli anni ’40 del secolo scorso cantata da Nunzio Filogamo "va tutto bene madama la marchesa"  dove un maggiordomo tranquillizza la sua padrona nonostante siano invece successi una serie di disastri.

Infatti squadra, proprietà e dirigenza vengono contestate allo stadio.

E fuori dal Franchi è comparso uno striscione che invita Commisso a dare un segno di discontinuità sostituendo Barone e Pradè o almeno non affidando loro ancora i suoi soldi.

Lo striscione in rima baciata, per altro civile non volgare né offensivo è a firma di un noto gruppo della Fiesole e in qualche modo sembra rimettere gli equilibri al loro posto, riportando chiarezza nei ruoli: la società decide, la squadra gioca, il tifo plaude o fischia, o mette semmai striscioni come questo, la stampa racconta, riassume e al massimo commenta cercando di smussare gli eccessi e i toni sopra le righe. Invece negli ultimi anni i ruoli si sono spesso mischiati ibridando generi e compiti in una fluidità viziosa che non giova a nessuno: la stampa è tifosa, il tifo critica la stampa e la stessa società si sgomenta di più per un articolo pungente che per uno striscione o una contestazione allo stadio, non a caso è quasi impossibile udire una società, un presidente o un calciatore e un giornalista criticare anche sommessamente il tifo che viene invece sempre blandito untuosamente anche in presenza di fatti da stigmatizzare (per fortuna a Firenze rari).

I club considerano la stampa nemica e come accade alla Fiorentina se ne tengono alla larga magari sovente incolpandola.

Che li esprima invece il tifo i giudizi tranchant, o di biasimo o plauso che siano, applausi e fischi spettano a chi paga un biglietto, la stampa invece narri e semmai riporti i giudizi eccessivi tra le righe, il club e la squadra facciano il loro mestiere, cioè il calcio.

Chiudendo, la squadra è forte così, non arriveranno attaccanti che fanno gol (forse, almeno da qui a martedì sera quando chiuderà il mercato chiuderà) e noi ci teniamo stretti quelli che non li fanno. Infine non sembra alle viste un cambio nella dirigenza ed è quest’ultima forse la peggior notizia, il punto più dolente, poiché tralasciando il mercato di gennaio e questa stagione, la prossima estate è evidente che la squadra andrà rigirata come un calzino e rifatta da capo decidendo da quali elementi ripartire, insomma se non si fa mercato adesso tra meno di sei mesi ce ne sarà da fare uno di quasi totale rifondazione.

A chi mettere in mano un’operazione tanto importante che richiederà  ingenti risorse e competenza assoluta?

Certo non a chi finora ha mancato quasi ogni scelta tecnica non già in una, ma in molte sessioni di mercato ed ha depauperato il valore di investimenti e calciatori. Ecco che il club viola anche se non farà adesso operazioni in entrata di un certo peso ha la necessità di ridarsi una governance credibile, un gruppo di manager, calcistici e non, per veleggiare verso le prossime stagioni. A Commisso stanno in capo le decisioni sugli uomini ai quali dare fiducia e poteri, col particolare di tenere in conto, se non dar retta completamente, alla sensibilità della piazza che non sembra avere più grande fiducia in chi ha operato finora e forse neanche in lui. Un segno di discontinuità quindi non guasterebbe.

Questo è quanto, e se poi qualcuno sa consolarsi con la vittoria in Primavera che dire? Buon pro gli faccia.