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Chivu: "Inter, cambiando troppo non si va avanti. Moratti? Addio giusto, c'erano posti di lavoro da difendere"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 28 aprile 2017, 23:13Copertina
di Redazione FcInterNews.it
per Fcinternews.it

Chivu: "Inter, cambiando troppo non si va avanti. Moratti? Addio giusto, c'erano posti di lavoro da difendere"

Intervista al Corriere della Sera per Cristian Chivu. L'ex terzino dell'Inter, oggi uno degli opinionisti di Fox Sports, ripercorre le ultime annate molto tormentate del club nerazzurro: "Noi avevamo la fortuna di avere una squadra unita tecnicamente, caratterialmente, mentalmente: insomma in sintonia. Poi il dopo-Triplete andava gestito meglio: troppi cambi e troppo in fretta non fanno mai bene. L’Inter non riesce a dare continuità a quel che fa. Arriva un nuovo allenatore in estate, poi ne arriva un altro che fa bene e poi qualcosa si rompe. Così non si va avanti".

Ma può essere solo colpa degli allenatori? "No, e quando parlo di continuità intendo proprio questo. Le colpe non sono mai di un singolo. Certo bravura e carisma variano, ma le componenti vanno insieme e le colpe sono di tutti: allenatore, giocatori, società". Chivu si esprime anche sulle nuove proprietà straniere del club nerazzurro: "Chi arriva da fuori non conosce l’Italia e il suo calcio. È difficile comprenderlo, serve tempo per tornare in alto. Le risorse sono importanti, ma i giocatori non bastano. Serve tranquillità, ma l’Inter è un grande club deve vincere ed è difficile restare calmi. Si vuole tutto e subito: è impossibile. Questa prima annata di Suning una stagione di transizione. La nuova proprietà credo abbia capito quel che manca sia a livello tecnico che societario". Un pensiero anche per Massimo Moratti: "Ha vinto il Triplete, poi ha dovuto fare delle scelte. Con la crisi faticava a mettere ancora tanti soldi in società, c’erano anche le sue aziende, i posti di lavoro da difendere, capisco che per lui cedere sia stata una sofferenza ma è stato giusto, anzi inevitabile". 

Ma cosa manca all'Inter per tornare in alto? "Le vittorie. Solo quelle ti danno la consapevolezza di essere forte. La Juve lo è, ce l’ha, l’ha acquisita e domina. Vince da sei anni, ma qualche stagione fa non era così forte. Ha insistito su un percorso, l’ha consolidato in Italia e in Europa. Non a tutti riesce però. La Champions? È un’esclusione che all'Inter fa tanto male anche perché è arrivata poco dopo la vittoria della coppa. Era finito un ciclo, evidentemente non sono state fatte le scelte migliori". Chivu ripartirebbe anche da Stefano Pioli: "Non mi pare il caso di ripartire da zero. Come ho detto l’Inter ha bisogno di continuità. Poi però decide la società", ma non chiuderebbe le porte ad uno straniero "purché arrivi a giugno e non ad agosto, possa fare la preparazione capire l’Italia e scegliere almeno in parte i giocatori. Ma credetemi, preparati come gli allenatori italiani non ce ne sono. Studiano tanto e anche una piccola squadra riesce a metterti in difficoltà. I nomi? Lasciando fuori i soliti, a me piacciono Pochettino, Sampaoli, Simeone e Di Francesco". Chiosa su un eventuale futuro da allenatore: "Mi manca il campo, lo spogliatoio. Ho riposato abbastanza, mi piacerebbe sì".