Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / inter / Primo piano
Dall'addio al Bayern a 'Benji l'interista': Pavard racconta la sua InterTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
mercoledì 8 maggio 2024, 11:10Primo piano
di Adele Nuara
per Linterista.it

Dall'addio al Bayern a 'Benji l'interista': Pavard racconta la sua Inter

Il difensore dell'Inter Benjamin Pavard ha parlato ai microfoni de La Repubblica della stagione nerazzurra che ha portato al tricolore della seconda stella: "Prima della partita col Milan avevo sentito e stuzzicato Maignan, Theo e Giroud, dicendo loro che saremmo diventati campioni proprio contro di loro. Siamo amici, ma il derby è il derby e non si fanno sconti. In campo con Theo ci siamo affrontati, scontrati, anche spinti".

L'addio al Bayern Monaco?

"Avevo vinto tutto. A 27 anni era arrivato il momento di cambiare. Cercavo una nuova avventura, dopo sette stagioni in Germania. Volevo conoscere l’Italia e vivere la passione della Serie A. Poi c’è la tattica. A Monaco giocavo terzino, qui sono centrale, il ruolo che preferisco".

L'idea di Benji l'interista come è nata?

"E' nato in aereo, venendo a Milano, chiacchierando con un amico. Avevo forzato per lasciare Monaco. Volevo solo l’Inter, che mi seguiva da tempo. Mi sentivo già interista".

Se avevo mai visto una festa come quella della scorsa domenica?

"A Stoccarda sì, per la promozione in Bundesliga. Uno spettacolo. Al Bayern Monaco si festeggia meno. Poi c’è il Mondiale con la Francia, che è stato incredibile. Ma il pullman a Parigi viaggiava più spedito, non ci abbiamo messo otto ore come a Milano".

Inzaghi le chiede di attaccare e ha servito tre assist. Si diverte?

"Inzaghi ci lascia molta libertà ed è bellissimo. Avevo già giocato in difese a tre, ma si trattava soprattutto di coprire. Qui è un continuo dai e vai. Possiamo salire, creare spazio, dialogare con il regista. Qual è il suo segreto? L’attenzione ai dettagli, non sottovaluta niente. E la sua mentalità è condivisa da tutti alla Pinetina. Per questo stiamo così bene insieme. Tiene tantissimo a ogni particolare. Lo si capisce da come si agita in panchina. All’inizio lo guardavo con stupore, non avevo mai visto niente del genere. Poi ho capito. Anche dopo la vittoria dello scudetto, ci ha detto che è importante vincere le gare che restano".

Lei è stato il primo a lanciare i cori per lui?

"Li merita, da parte dei fan e della squadra. Era importante che fossimo noi calciatori a gridare per primi il suo nome. La seconda stella è arrivata grazie al lavoro di tutti, ma il mister è lui".

Com'è Lautaro come capitano?

"Una super persona, un vero leader e un grandissimo giocatore. Rinnovo? Spero rimanga con noi a lungo".

Obiettivi futuri?

"Non ci poniamo limiti. Dobbiamo restare campioni d’Italia, pur sapendo che è molto difficile ripetersi. In Italia negli ultimi anni il vincitore del campionato è cambiato spesso. Ma siamo sulla buona strada. E abbiamo tifosi fantastici, a San Siro e in trasferta".