Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / juventus / Editoriale
Magari fosse solo un problema di pirateria….
giovedì 11 aprile 2024, 00:05Editoriale
di Mirko Nicolino
per Bianconeranews.it

Magari fosse solo un problema di pirateria….

Dopo aver superato la Premier League, ora siamo nuovamente indietro: questo nel racconto di chi non vuole vedere la cruda realtà

Abbiamo superato la Premier League, siamo il campionato più bello e affascinante d’Europa. Anzi no, siamo ancora dietro agli inglesi, tutta colpa della pirateria. Nel giro di pochi mesi, la Serie A è risorta ed è nuovamente morta nel racconto di Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A.  come dopo l’Europeo vinto dalla nazionale di Roberto Mancini, cui seguì la mancata qualificazione alla successiva Coppa del Mondo, la seconda consecutiva, dopo l’exploit delle italiane nel coppe europee, quest’anno c’è stata una vera e propria debacle in Champions League.

E come al solito, nei giudizi si passa dalle stelle alle stalle, perché piaccia o non piaccia, tutti i giudizi sono sempre condizionati dai risultati. Eppure, qualcuno (come il sottoscritto, consentitemi l’autocit.) aveva invitato tutti ad andare con i piedi di piombo. La rinascita di un movimento sportivo non avviene in due giorni e non si può misurare nel breve periodo. Ogni valutazione va fatta sul lungo periodo, perché una rondine non può di certo fare primavera. Allo stesso tempo, non si può semplicisticamente dire che l’exploit dello scorso anno era frutto di un grande lavoro effettuato negli anni, mentre la negatività attuale sia solo colpa di chi usa il pezzotto.

Partiamo dal dire che il calcio italiano non era risorto lo scorso anno e non è morto oggi. Semplicemente c’è un gap importante soprattutto con il principale movimento calcistico britannico, che non è stato colmato grazie alle idee e al bel gioco, come ci era stato raccontato. È fin troppo evidente che chi può permettersi i calciatori più costosi e più bravi abbia più possibilità di vincere per più anni, mentre gli exploit sono destinati a rimanere l’eccezione che conferma la regola. La questione della pirateria è effettivamente un tema serio e che andrebbe affrontato in maniera decisa e possibilmente senza fare i danni che sta mietendo in questo momento il Piracy Shield operativo in Italia.

Sono però altri i temi su cui a mio avviso dovrebbe concentrarsi chi gestisce il calcio in Italia se davvero, come dice, vuole attrarre i veri capitali italiani. Sì, perché dobbiamo essere onesti intanto nel dire che di sceicchi in Italia non ce ne sono, bensì prevalentemente proprietari stranieri squattrinati che nella migliore delle ipotesi ci guadagnano personalmente e poi lasciano tutto nelle mani dei fondi. Il primo passo verso la crescita è la presenza di regole certe, dentro e fuori dal campo e in questo momento il calcio italiano è tutt’altro che un esempio: tra arbitraggi e VAR vale sempre tutto, e in termini di (in)giustizia sportiva è una sorta di lotteria. Così succede che una tifoseria venga sanzionata per cori discriminanti, mentre un’altra, nonostante la presenza di materiale audio-video evidente, venga graziata. Allo stesso tempo, viene sanzionata una società per il 3% di plusvalenze, mentre si chiudono due occhi su chi presenta a garanzia società che nemmeno esistono o che non hanno mai presentato un bilancio.

Come può, chi ha soldi veri da investire portarli in Italia con i presupposti di cui sopra? Quali garanzie siamo in grado di offrire in termini anche di impianti, con stadi che hanno più di 100 anni e che nella migliore delle ipotesi cadono a pezzi? Dobbiamo essere molto onesti per prima cosa con noi stessi: non siamo all’altezza della Premier League, ma stiamo perdendo terreno, a livello di organizzazione e credibilità, anche nei confronti di diversi altri campionato. Non è un caso che da noi quelli più bravi siano di passaggio. Stiamo viaggiando sempre più verso un modello olandese o belga (con tutto il rispetto per loro), con squadre molto giovani dalle quali le big europee possono facilmente attingere, per lasciarci magari qualche “dinosauro” a fine carriera.