La Juve di Giuntoli passerà anche dalle cessioni, nessuno si senta escluso

La vera Juve di Giuntoli la vedremo il prossimo anno, complici maggiori disponibilità economiche per il mercato e le cessioni. Anche da queste ultime si vede la bravura di un dirigente. Ci sono giocatori certi di lasciare la Continassa. Il primo è un nome pesante e si chiama Pogba. La squalifica di 4 anni per doping, indurrà la società alla risoluzione del contratto di 8 milioni, al momento il Polpo è al minimo sindacale. Restano a centrocampo, Rabiot va in scadenza ed è tutt'altro che confermato il rinnovo (attualmente guadagna 7 milioni l'anno), soprattutto con la probabile partenza di Allegri. McKennie potrebbe finire sul mercato: la dirigenza per il rinnovo vorrebbe confermare la stessa cifra di 2,5 milioni, offerta respinta al mittente. Certo dell'addio Alex Sandro, addio a giugno e ormai nel mirino dei tifosi per il suo rendimento e i ripetuti errori spesso fatali. Altri 6 milioni l'anno verranno risparmiati rispetto dalla Juve. Milik (3,5 milioni stagionali) rischia, salvo fiammate in questo finale di stagione.

Se solo venissero confermate queste scelte, la Juve darebbe una bella sfoltita al monte-ingaggi, continuando la politica dei tagli intrapresa da almeno un paio d'anni. Attualmente la quota stipendi è di 126 milioni, rispetto ai 160 del 2022. Dieta economica importante e necessaria sulla strada che dovrebbe portare al pareggio di bilancio nel giro di tre esercizi contabili. E i top? Bremer (di recente ha rinnovato fino al 2028) è da tempo nel mirino del Manchester United che sarebbe disposto a sborsare già la prossima estate i circa 60 milioni della clausola rescissoria prevista dal prossimo anno. Vlahovic (scadenza 2026) da luglio guadagnerà 12 netti a stagione. Troppi. Giuntoli potrebbe proporgli un prolungamento a cifre più basse (magari inserendo bonus) per distribuire il costo in più bilanci. Chiesa ha il contratto in scadenza nel 2025. La Juve vuole evitare che possa partire a zero, quindi possibile un prolungamento ponte. Resta chiara una regola: di fronte a proposte indecenti può partire chiunque.