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LIVE TJ - PARATICI: "Vincere la Champions è una nostra ambizione. Tevez trattativa più lunga. Con Ronaldo è stato più semplice perchè lui voleva venire alla Juve"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 24 dicembre 2018, 13:49Primo piano
di Camillo Demichelis
per Tuttojuve.com

LIVE TJ - PARATICI: "Vincere la Champions è una nostra ambizione. Tevez trattativa più lunga. Con Ronaldo è stato più semplice perchè lui voleva venire alla Juve"

Fabio Paratici ha parlato ai microfoni di Gianluca Di Marzio di Sky Sport. Ecco le sue parole riportate da TuttoJuve.com: 

Qual è il segreto della coppia Marotta - Paratici?

"Intanto io credo che noi eravamo molto ben assortiti e complementari. Io mi occupavo di una parte più prettamente tecnica: lo scouting, il rapporto con gli agenti e individuare i calciatori". 

Il calciatore lo individuavi tu?

"Si diciamo di sì. Poi alla fine c'era il confronto con lui perché è una persona molto esperta che conosce il calcio e che conosce molto bene i numeri e fino dove si poteva arrivare in una trattativa e diciamo che questa era la cosa migliore, il fatto di essere bene assortiti. Io portavo la cosa fino all'ultima fase dove lui interveniva con la sua esperienza e mi aiutava a fare meno errori possibili". 

Ti faccio vedere il tuo primo cartellino... Eri tu?

"Si era il primo tesseramento". 

Che emozioni e che ricordi ti dà vederlo?

"Sai io sono nato in questo paese dove mio padre era il presidente della squadra del paese che militava in prima categoria e nei campionati dilettantistici. Quindi il primo tesserino l'ho firmato con mio papà e mio padre ha firmato anche il primo tesseramento, quando dalla Borgonovese sono passato al Piacenza". 

Quindi il dna delle trattative nasce da tuo papà?

"Io mi ricordo che mio padre mi portava quando d'estate c'erano i famosi tornei estivi, dove il calcio dilettantistico viveva questi incontri dei tornei estivi e nel mangiare la pizza dopo le partite e mi ricordo che mi portava. Io avevo 6, 8 e 10 anni e andavo spesso. Si probabilmente anche quello ha inciso". 

Da calciatore tu sei arrivato ad un livello non altissimo però hai avuto Inzaghi come compagno di squadra?

"Si". 

Hai marcato Mazzarri?

"Si al mio esordio tra i professionisti, c'era ancora la famosa marcatura a uomo e quindi in un Piacenza - Modena che finì 1-0 per il Modena mi diedero Mazzarri che non segnò fortunatamente per me". 

Il mercato di Paratici invece com'è? È vero che sei uno che va su tanti giocatori anche contemporaneamente per disturbare o far pagare di più le concorrenti è così?

"Si quello credo che sia una cosa un po' di tutti. Ma nel mio caso non è nemmeno troppo una strategia. È che sono ossessionato dal conoscere, quindi quando vedo, leggo o sento dagli agenti o da persone che mi informano che qualcuno sta trattando un giocatore io sono curioso. La mia più grande dote credo sia la curiosità e sono curioso di sapere com'è quel giocatore perché quella squadra lo sta trattando. Quindi questa è una cosa che mi stimola molto. Quindi alcune volte faccio un'azione di disturbo anche non volendo strategicamente. È proprio una questione di conoscere e di sapere. Però quando ti informi su un giocatore poi logicamente lo collegano alla tua squadra e quindi anche tu diventi un potenziale pretendente". 

Qual è stata la trattativa che ti ha logorato di più? Quella più infinita?

"Credo che nella durata sia stata quella per Tevez. Perché alla fine Tevez è stato un giocatore che abbiamo contattato già il primo anno, alla fine del primo anno alla Juve, quando non facemmo una bella stagione, dove dovevamo comunque rilanciare la Juve, contattammo lo stesso Tevez anche se non eravamo qualificati per la Champions. Quindi i grandi calciatori quando non giochi la Champions fanno fatica a venire, però lui disse: "Si, si alla Juve anche se non siamo in Champions io verrei". Poi la trattativa non è andata in porto per altri motivi economici e via dicendo. Però siamo sempre rimasti in contatto ed è stato sempre un mio chiodo fisso portare Tevez alla Juve".

Trattativa Ronaldo?

"Con Cristiano è stato abbastanza semplice perché lui aveva in testa di venire alla Juve. Non c'è strato bisogno di convincerlo tanto. Io credo intorno al 25 di maggio dopo la finale di Champions e lui è stato subito deciso. E lui ha detto: "Io se la Juve c'è io voglio solo la Juve". Quando ci siamo visti con Mendes parlando di Cancelo, la cosa nasce da questo, e parlando di Cancelo lui mi dice: "Tu non ci credi ma Cristiano vuole venire alla Juve". Io gli ho detto: "Si ci credo, ma mi sembra difficile trovare di far quadrare tutto". 

Andrea Agnelli?

"Il Presidente è una persona molto presente nella nostra vita quotidiana perchè è sempre con noi. O comunque è sempre raggiungibile ci si può incontrare facilmente. Però si eravamo in giorni di programmazione quindi quando sono arrivato gli ho detto: "Presidente, ci sarebbe un'opportunità. Però gli ho detto l'importante è che mi ascolti fino alla fine, su questa opportunità. Perché sai quanto ti presenti nel suo ufficio e gli dici devi comprare Cristiano Ronaldo... È una bella notizia sportiva, ma poi dopo c'è tutta un'altra parte".

E il suo impatto visivo?

"Capii subito. Credo di averci messo un minuto a capire che lui aveva già capito tutto e stava già ragionando in quella direzione. Cioè quando sono uscito dall'ufficio ho creduto che potessimo arrivarci. Lui mi ha detto: "Fammici pensare un giorno o due e dopo tre ore mi ha telefonato. Per redigere tutti i contratti ci siamo chiusi in una villa sul lago maggiore per un giorno intero dove c'erano tutti gli avvocati della Juve, tutti gli avvocati della parte del calciatore dove hanno lavorato loro, perché io in questa fase ero solo li per fare una supervisione, perché c'erano i nostri professionisti e i loro professionisti e hanno lavorato un giorno per arrivare alla fine di tutti gli accordi".

Non era programmato?

"No".

Non era un acquisto come Tevez? Sei sicuro? Perché nel 2016 se non sbaglio tu l'acquisto di Cristiano Ronaldo lo avevi un qualche modo...

"No".

Il tuo figlio più piccolo nel 2016 aveva la maglia di Cristiano Ronaldo...

"Questo non lo avevo mai visto. Questo è un video pirata di mia moglie. I bambini sono tifosi dei calciatori più grandi e che gli fanno vivere dei sogni e credo che questi calciatori facciano vivere grandi sogni. Lui aveva questo desiderio di Cristiano Ronaldo e di avere la sua maglia, quindi mi ricordo che andai a vedere una patita del Portogallo e comprai questa maglietta da bambino di Cristiano e lui la indossava sempre e lui non credeva a questa cosa. Tant'è che gli altri anni mi diceva: "Papà perché non compriamo Cristiano Ronaldo? Perché è impossibile". Poi quando è successo mi ha detto: "Papà mi avevi detto che era impossibile". E li la risposta non c'è stata perché non c'era la risposta". 

Conte - Allegri...

"Conte non era legato al nome. Era legato alla funzionalità del giocatore rispetto a quello che voleva fare lui. Che è una cosa legittima anzi facilita anche il lavoro di chi deve cercarti i giocatori. Quindi lui aveva un determinato tipo di gioco e bisognava cercare di trovare giocatori funzionali a quello schema di gioco. Allegri è più elastico in questo senso. Nel senso che non ha solo un sistema di gioco, anche Conte non ne aveva solo uno, però diciamo che Allegri è più aperto a più soluzioni. Quindi si amplia un po' di più. Io mi reputo fortunato anche solo nel poter vedere da appassionato di calcio tutti i giorni da 9 anni tra i più grandi giocatori dell'ultimo decennio e di poterli vedere ogni giorno allenarsi. Non rispondo al telefono durante l'allenamento per godermi l'allenamento perché mi piace. Mi sono goduto Pirlo, Vidal, Pogba, Dani Alves, Buffon. Mi sono goduto i più grandi calciatori dell'ultimo decennio e questa è già una grandissima soddisfazione. Vincere la Champions è una nostra ambizione ma non un'ossessione. Io devo ringraziare prima di tutto i miei collaboratori". 

Quanti sono?

"Dieci persone totali che sono più vicine a me. È un lavoro veramente duro".

C'è un nuovo Paratici tra loro?

"Io spero".