Serviva davvero l'emergenza coronavirus per capire che 20 squadre in Serie A sono troppe?
Perché uno vale uno, perché quando ci sono elezioni servono i voti di tutti.
Poi però arrivano le emergenze. Quelle che ci costringono a guardare negli occhi i problemi. Quelle che costringono a prendere delle decisioni anche a un paese (e quindi a un movimento calcistico) che meno può decidere e meglio è.
La situazione è questa: dovesse l'Inter arrivare in fondo alla Coppa Italia e all'Europa League, si ritroverebbe a giocare a maggio ben 9 partite. Con Inter-Samp da disputare addirittura dopo la finale di Europa League, a campionati già chiusi e in concomitanza con la finale di Champions League.
Una eventualità possibile, che penalizzerebbe non poco l'Inter perché giocare ogni tre giorni l'ultimo mese delle stagione vorrebbe dire arrivare alle gare che contano con una condizione che non sarebbe certo ottimale. "Bisogna rivedere il calcio, e se ha senso una serie A a 20 squadre: io sono per un campionato a 18. Certo, questa situazione imprevedibile ci deve dar riflettere per cercare di avere degli spot liberi infrasettimanali per i recuperi", ha detto Marotta dopo la decisione di rinviare il derby d'Italia. Pensiero giusto, ma non potevamo pensarci prima senza ritrovarci a rincorrere l'emergenza?