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Nicolin: "Vicenza e Bassano, fusione con focus sui giovani. E Mancini..."

Nicolin: "Vicenza e Bassano, fusione con focus sui giovani. E Mancini..."TUTTO mercato WEB
© foto di Andrea Rosito
lunedì 2 novembre 2020, 08:45La Giovane Italia
di La Giovane Italia
La Giovane Italia vi porta alla scoperta dei nuovi talenti del calcio italiano, raccontandovi ogni giorno, alle 8:45, le storie dei giovani di casa nostra e dei club che scommettono su di loro

Michele Nicolin da tanti anni lavora a stretto contatto con i giovani nel territorio vicentino. Avvicinatosi al Bassano di Renzo Rosso, col ruolo di responsabile del settore giovanile, Nicolin è entrato poi nei ranghi societari del Lanerossi Vicenza Virtus, club nato nel 2017 dalla fusione proprio del Bassano con il Vicenza. In questi tre anni, il lavoro di Nicolin è stato quello di rivitalizzare il settore giovanile biancorosso, che quest'anno è tornato ad affacciarsi al campionato Primavera grazie al ritorno in Serie B della prima squadra. E a La Giovane Italia, Nicolin ha raccontato i retroscena del suo lavoro suoi giovani biancorossi.

Direttore, come vi siete approcciati dopo la fusione tra Bassano e Vicenza?
“Quando ci fu la fusione, avevamo la fortuna di avere alle spalle un’esperienza molto lunga, anche se l’approccio iniziale tra le due realtà fu molto diverso. Quando arrivai a Bassano la società ancora non aveva un’impostazione professionistica sulla ricerca di talenti, così potemmo creare qualcosa di nuovo, avendo totalmente carta bianca e scegliendo figure di riferimento importanti. Al nostro arrivo a Vicenza invece la situazione fu molto diversa, trovandoci di fronte una realtà in grande difficoltà. Abbiamo dovuto agire in fretta, cercando di capire come mai si era arrivati a questa situazione, cercando di dare delle nuove regole ai collaboratori e riorganizzare una situazione molto anarchica in quel momento, che aveva disorientato molti degli addetti ai lavori. Abbiamo creato un progetto tecnico sul quale lavorare, consci di quali siano le possibilità del territorio vicentino, dedicando una fetta del personale al settore giovanile e portando parte dello staff di Bassano a Vicenza, cercando di riconquistare la fiducia del territorio”.

In che modo siete tornati a fare sinergia con le altre realtà della provincia?
“Abbiamo cercato di riallacciare i rapporti, cercando di far vedere alle altre società che noi c’eravamo. Abbiamo instaurato gemellaggi, formato gli istruttori per fare in modo che fossero maggiormente qualificati, creato una rete provinciale e regionale. In questo modo il progetto può sopravvivere e il Vicenza non perde i talenti presenti nella zona”.

D’altronde a Bassano avete avuto una lunga e fortunata esperienza a riguardo, con tanti ragazzi che sono diventati giocatori della prima squadra, entrando anche nei radar de La Giovane Italia.
“Basti pensare che 7-8 di questi sono in prima squadra ancora oggi e che probabilmente altri sarebbero riusciti ad affermarsi comunque nell’ambiente Bassano. Bizzotto, Zonta, Grandi, Zarpellon sono tutti ragazzi usciti dal settore giovanile del Bassano e che hanno seguito il percorso fino a questo momento. Dopodiché, è normale che una piazza ambiziosa come Vicenza abbia ambizioni e aspettative importanti, quindi bisogna comunque lavorare ancora per soddisfarle”.

Che lavoro di scouting fate nel territorio?
“Noi cerchiamo di lavorare a fondo sul prodotto interno: abbiamo due scuole calcio importanti (una a Vicenza e una a Bassano, ndr.) che rappresentano la nostra vera spina dorsale. Dopodiché ci affidiamo ad una rete di scout del settore giovanile formata da una quindicina di osservatori che si muovono nella nostra provincia e in quelle vicine. L’obiettivo principale è quello di monitorare soprattutto i bambini dai 6 agli 11 anni, in modo tale che i talenti si avvicinino il prima possibile al nostro percorso tecnico”.

Quindi cercate di arrivare ai ragazzi anticipando la concorrenza
“Per una realtà come Vicenza è indispensabile che i ragazzi si avvicinino a noi al massimo quando sono Esordienti, al più tardi Giovanissimi. Prenderli più avanti significa che il gap con realtà di alto profilo diventa quasi incolmabile: per mantenere alto il livello del settore giovanile bisogna iniziare a lavorare presto sui ragazzi”.

Che obiettivi vi ponete come settore giovanile?
“Abbiamo una grande progettualità, tant’è che quando si parla di scouting bisognerebbe tenere conto che noi lo facciamo anche per tutti gli altri ruoli della nostra società e non solo dei giocatori: cerchiamo di avere le persone giuste al posto giusto, quindi cerchiamo di avere collaboratori dalle grandi qualità, soprattutto da un punto di vista umano. Avere un ambiente che aiuti a formare persone, prima ancora che giocatori, è per noi più importante dell’aspetto tecnico, perché non tutti i ragazzi riusciranno ad arrivare ad alto livello nel calcio. Detto questo, comunque l’obiettivo è fare in modo che tutti i nostri ragazzi si esprimano al massimo, facendo il possibile per portarli a giocare in prima squadra. Non dimentichiamoci poi che nemmeno un mese fa abbiamo fatto esordire tra i professionisti Tommaso Mancini, prospetto classe 2004 di valore assoluto".

In chiusura, una domanda proprio su Mancini. Quest’anno è stato aggregato alla prima squadra. Come sta andando il percorso?
“Tommaso sta imparando a fare il lavoro dei grandi e tutti noi pensiamo che abbia qualità importanti. Se continuerà a lavorare duro come sta facendo e a rispettare le prospettive che ci sta dando, siamo sicuri che in futuro saprà dare un grande contributo alla causa. Tuttavia, non dimentichiamoci che ha ancora solo sedici anni: lavoriamo giorno per giorno, senza precorrere i tempi, perché la strada è ancora lunga”.

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