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Dg Spezia: "Chi non può spendere per i tamponi non deve fare la B"
"Noi abbiamo già fatto i tamponi, i test sierologici, stiamo andando avanti come se dovessimo giocare domani". A dirlo è il direttore generale dello Spezia, Guido Angelozzi, che dà una dimensione alla questione costi. "Sono 80 mila euro se arrivi alla fine dei playoff. Se una società non può spendere una cifra del genere per la salute della squadra e dei suoi giocatori è giusto che non faccia la Serie B".
Perché?
"Il club ha un contributo federale di 5-6 milioni di euro di contributi, più incassi, sponsor. Per me è una scusa non voler giocare. Questo è un caso estremo per una disgrazia, riparabile, per la tutela di giocatori e dirigenti. Noi l'abbiamo fatti per tutti, anche i dipendenti. Stiamo aspettando le risposte ma non abbiamo avuto grossi problemi. È una questione nostra, di salute".
Quindi siete soddisfatti?
"I campionati bisogna finirli sul campo, era quello che ci aspettavamo. Speriamo che il 28 il Governo dica che si può giocare".
Però in Serie C i conti sono diversi.
"È una questione di buona volontà, pur non entrando nei meriti. Se vogliamo bene al calcio bisogna superare certi momenti, il Governo ha dato una mano con la cassa integrazione. Se spendo una somma non è la fine del mondo, solo che in Italia cerchiamo sempre di fare i furbi e non si fa la cosa giusta sul sistema calcio. Complimenti a Gravina che sta portando avanti una situazione non semplice con coerenza e determinazione".
Perché?
"Il club ha un contributo federale di 5-6 milioni di euro di contributi, più incassi, sponsor. Per me è una scusa non voler giocare. Questo è un caso estremo per una disgrazia, riparabile, per la tutela di giocatori e dirigenti. Noi l'abbiamo fatti per tutti, anche i dipendenti. Stiamo aspettando le risposte ma non abbiamo avuto grossi problemi. È una questione nostra, di salute".
Quindi siete soddisfatti?
"I campionati bisogna finirli sul campo, era quello che ci aspettavamo. Speriamo che il 28 il Governo dica che si può giocare".
Però in Serie C i conti sono diversi.
"È una questione di buona volontà, pur non entrando nei meriti. Se vogliamo bene al calcio bisogna superare certi momenti, il Governo ha dato una mano con la cassa integrazione. Se spendo una somma non è la fine del mondo, solo che in Italia cerchiamo sempre di fare i furbi e non si fa la cosa giusta sul sistema calcio. Complimenti a Gravina che sta portando avanti una situazione non semplice con coerenza e determinazione".
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