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MN - RIcorso al TAS, ecco alcuni dei punti sui quali si basa la difesa del MilanTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
domenica 30 dicembre 2018, 17:30Primo Piano
di Pietro Mazzara
per Milannews.it

MN - RIcorso al TAS, ecco alcuni dei punti sui quali si basa la difesa del Milan

Una pena troppo pesante, con paletti che rendono impossibile la crescita del Milan e che porterebbero, salvo miracoli sportivi ed economici, ad uno scenario che la Uefa ha deciso da tempo. Una sentenza politica, con diversi vuoti normativi al suo interno che sono l’appiglio al quale Elliott ha deciso di aggrapparsi per ricorrere al Tas di Losanna contro quanto emesso dalla Camera Giudicante. Ricordiamo che l’organo in questione ha sanzionato il Milan con 12 milioni di euro di multa (tra le più alte mai comminate in materia di Fair Play Finanziario), rosa ridotta a 21 giocatori nelle liste Uefa e l’obbligo di raggiungere il break-even entro la stagione 2020-21 partendo dal passivo dell’ultimo bilancio, ovvero -126 milioni.

Per riuscire a stare dentro questa morsa strettissima, il Milan dovrebbe aumentare i ricavi commerciali, centrare nei prossimi anni la qualificazione in Champions League e superare la fase a gironi per incamerare più soldi e generare plusvalenze di livello che, ad oggi, sarebbero possibili cedendo solamente Suso, Donnarumma, Cutrone e Calabria, ovvero giocatori cresciuti nel vivaio o arrivati per pochi spiccioli e che, oggi, hanno un valore di mercato elevato. A tutto ciò si deve aggiungere che i riscatti di Higuain e Bakayoko da Juventus e Chelsea siano legati all’ingresso del Milan in Champions. In caso contrario, i due giocatori tornerebbero nelle rispettive società d’appartenenza. Il quadro è molto duro e drastico ed è per questo che si andrà alla battaglia legale.

LA DIFESA DEL MILAN -  La tesi difensiva, che verrà discussa a Losanna davanti al Tas entro febbraio, sarà articolata sull’evidente impossibilità, da parte del Milan, di raggiungere quanto stabilito dall’Uefa senza poter effettuare investimenti sostanziali. Elliott vuole investire nel Milan, ha la forza economica per farlo e non vuole eludere le regole come hanno fatto PSG e Manchester City, ma vuole ottenere un tempo più lungo per poter riuscire a rispettare i paletti di un sistema che, ormai, sta diventando un test d’ingresso ad una élite calcistica nella quale, senza poter immettere soldi e creare competitività anche sul mercato, sarà difficile entrare. Il cappio attorno al collo del Milan è molto stretto e la libertà concessa sul mercato è solo uno specchietto per le allodole che aveva indotto quasi tutti a pensare ad una sentenza clemente. Invece, partendo da -126, il Milan dovrebbe ridurre di 96 milioni le perdite nel corso dei prossimi due anni e mezzo per stare dentro il break-even. Ma ci sono delle cose che non cozzano tra di loro.

I legali rossoneri e di Elliott, dopo aver depositato il ricorso, hanno proseguito nel loro lavoro e arriveranno davanti al Tas con un faldone molto importante nel quale cercheranno di confutare il fatto che la pena inflitta dall’Uefa sia equa. Elliott pensa che serva un arco temporale di cinque anni per rendere autosufficiente il Milan ed è questa una delle richieste sulle quali si baserà il ricorso.