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Spalletti sul Napoli: "Tre allenatori in genere non si cambiano neanche in cinque anni"
Luciano Spalletti e le difficoltà riscontrate dal Napoli nell'anno post-Scudetto. Il commissario tecnico della Nazionale ne ha parlato nel corso di una intervista rilasciata al 'Corriere della Sera': "Tre allenatori in genere non si cambiano neanche in cinque anni. Come si fa in pochi mesi ad assimilare tante cose da uomini che hanno metodi e caratteri diversi. I giocatori, talvolta, devono essere confortati, convinti di essere forti. Basta un nulla per demotivarsi. Ragazzi giovani come Zirkzee, Kvara per esempio vanno coltivati, difesi e sostenuti ogni giorni".
Di Lorenzo, Raspadori, Meret: li convoca con la stessa convinzione?
"Io valuto complessivamente, non la stagione o gli ultimi mesi".
Sulla decisione di convocare per i giorni del ritiro a Coverciano Baggio, Antognoni, Totti e Del Piero: "Ci aggiunga anche Rivera, e lo faccio per me. Lui è il 1' dei miei tempi. Ci daranno la loro esperienza, racconteranno i loro trofei. Ci stimoleranno".
Infine, un pensiero sulla maglia della Nazionale: "E' la più bella e più importande del mondo, la prima pelle per un calciatore. Bisogna indossarla con orgoglio e convinzione. Con dignità e umanità. Nella nostra Nazionale tutti devono essere sullo stesso piano, che nessuno si senta potente. Partiamo tutti dalle sconfitte passate, sono quelle che formano. La vittoria è bella, ti fa figo ma se resta fine a sé stessa diventa un vizio. Dalla depressione di una batosta si rinasce".
Di Lorenzo, Raspadori, Meret: li convoca con la stessa convinzione?
"Io valuto complessivamente, non la stagione o gli ultimi mesi".
Sulla decisione di convocare per i giorni del ritiro a Coverciano Baggio, Antognoni, Totti e Del Piero: "Ci aggiunga anche Rivera, e lo faccio per me. Lui è il 1' dei miei tempi. Ci daranno la loro esperienza, racconteranno i loro trofei. Ci stimoleranno".
Infine, un pensiero sulla maglia della Nazionale: "E' la più bella e più importande del mondo, la prima pelle per un calciatore. Bisogna indossarla con orgoglio e convinzione. Con dignità e umanità. Nella nostra Nazionale tutti devono essere sullo stesso piano, che nessuno si senta potente. Partiamo tutti dalle sconfitte passate, sono quelle che formano. La vittoria è bella, ti fa figo ma se resta fine a sé stessa diventa un vizio. Dalla depressione di una batosta si rinasce".
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