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Il fratello racconta Matteo Lovisa. Il Ds fautore del ritorno in B della Juve StabiaTUTTO mercato WEB
martedì 9 aprile 2024, 15:34Serie C
di Claudia Marrone

Il fratello racconta Matteo Lovisa. Il Ds fautore del ritorno in B della Juve Stabia

Una stagione che a Castellammare sarà per sempre ricordata, perché, con tre giornate di anticipo, la Juve Stabia ha centrato la promozione in Serie B, quattro anni dopo la sua ultima apparizione in categoria cadetta: le Vespe campane hanno infatti sbaragliato l'ostica concorrenza nel Girone C di Serie C, lasciandosi dietro ambiziose formazioni come Avellino, Benevento, Catania, Crotone. Tra i fautori di questa straordinaria annata, il Direttore Sportivo Matteo Lovisa.
Raccontato in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com, dal fratello Alessandro, con una trascorso calcistico nelle giovanili delle Fiorentina e in Serie C.

Una stagione forse predestinata. Ma a luglio, quando Matteo si è imbattuto in questa nuova avventura, avresti detto che sarebbe stata subito Serie B?
"Non mi aspettavo vincesse il campionato direttamente, ma non mi stupisco che abbia fatto così bene, perché con gli anni ha maturato un'ottima esperienza che sta dando i suoi frutti. È un lavoratore, segue assiduamente tutti i campionati e ha ampia conoscenza del panorama calcistico. In più la squadra, anche in campo, si è sempre mostrata organizzata e con idee, ottimamente allenata: la mano di Pagliuca si è vista. Non solo, è stato molto bravo anche il presidente Langella che ha dato a mio fratello dato carta bianca per la costruzione della rosa e l'ambiente ha dato una mano, a differenza di quanto accade da altre parti: la gente è legata alla squadra, e quest'anno si è visto".

Credi sia stato questo mix il segreto vincente della Juve Stabia?
"La verità è che, nell'arco della stagione, non c'è stata una squadra che l'ha messa sotto, e i ragazzi non hanno mai sbagliato clamorosamente una partita: non ho mai visto prestazioni indecorose, anzi. Inoltre, sono stati primi praticamente dall'inizio e hanno sempre mantenuto un minimo di distacco dalle dirette concorrenti. E quando sei primo dall'inizio, qualcosa vuol dire: per me da gennaio in poi non è mai stato in discussione il primo posto".


Hai mai dato consigli tecnici a tuo fratello?
"Io e Matteo ci sentiamo mille volte al giorno, ma ha sempre scelto lui di testa sua, anche se ci confrontiamo molto: a esempio, su Adorante mi chiese un parere, e ha ascoltato quando gli ho detto, anche se era uno dei profili, come Mosti e Pierobon, che aveva già scelto a luglio, anche se poi, per una serie di eventi, sono arrivati dopo. Quel che di certo c'è, è che Matteo non fa mai scelte improvvisate, e son già sicuro che avrà un lungo elenco di calciatori per la B tra cui scegliere.

La paura che l'epilogo della favola Pordenone potesse influenzare negativamente il suo percorso non c'è mai stata?
"No, perché comunque già quando era a Pordenone aveva avuto tante richieste, ma non era mai andato via sia per questioni affettive che di formazione. È stata per lui una bella esperienza, ma il momento del salto era vicino".

Persone riservata e schiva, Matteo. Come lo descriveresti te che lo conosci anche nel suo privato?
"Può sembrare che stia parlando solo perché è mio fratello, ma di lui posso davvero dire solo bene. È un ragazzo serio, un grande lavoratore, una persona che si è spesso differenziata per fame e ambizione: è difficile che si accontenti, trova sempre nuovi stimoli per crescere e migliorare, perché ha davvero voglia di fare. È una persona umile, che bada molto al concreto, ma credo che le sue qualità umane lo abbiano reso molto capace anche nella gestione del singolo. Secondo me arriverà lontano".