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Renate-Pordenone, I ramarri visti da Perosa
lunedì 18 dicembre 2017, 09:31In Copertina
di Redazione TuttoPordenone
per Tuttopordenone.com
fonte Gazzettino di Pordenone - Dario Perosa

Renate-Pordenone, I ramarri visti da Perosa

Da Milano a Meda la differenza ovviamente si vede. Sugli spalti non 4 mila, ma 40 supporters naoniani.

Sono nerazzurri anche gli avversari dell’ultima di andata, come quelli degli ottavi di Tim Cup, ma non giocano in serie A e non lo fanno nel Meazza degli 80 mila.

Sono le pantere di Renate e giocano nel Città di Meda da 2500 posti.

Soprattutto lo fanno con l’umiltà di chi sa di non attraversare un buon momento (2 soli punti nelle quattro gare precedenti) e di affrontare quelli che hanno costretto l’Inter sullo 0-0 per 120’. Tanto sarebbe bastato ai ragazzi di Cevoli per portarsi a casa il pareggio. Per la vittoria c’è voluto il regalino del signor Zanonato che, in occasione del gol decisivo siglato al 93’ da Di Gennaro, non ha visto la manata che il difensore centrale ha dato sulla schiena di Pellegrini per liberarsi e andare a deviare di testa il cross dalla bandierina di Pavan. Sconfitta ingiusta che fa male e non consente al Pordenone di approfittare dello scivolone del giorno precedente del Padova capolista a Gubbio.

I neroverdi hanno comandato il gioco per tutti i 95’ minuti, ma è anche vero che, sulle ali della gloria e della notorietà procurata loro dall’impresa di San Siro, hanno dato l’impressione di farlo con un po’ di presunzione. E’ mancato l’ardore agonistico che avrebbe meritato uno scontro d’alta classifica ed è mancata anche quella velocità nel girare la palla necessaria per capitalizzare l’indiscussa superiorità territoriale. Colucci ha cominciato con lo stesso 4-3-2-1 del Meazza con l’unica variante di Danza al posto dello squalificato Misuraca per finire poi con Magnaghi, Sainz Maza (Martignago), Berrettoni (Ciurria) e Raffini contemporaneamente in campo nell’inutile tentativo di violare il bunker lombardo finendo anzi per intasare i 16 metri davanti a Di Gregorio.

PERILLI 6.5 – Eroe al Meazza, beffato al terzo minuto di recupero a meda. Simone ha fatto il suo opponendosi alle conclusioni di Finocchio, Ungaro e Pavan. Forse avrebbe potuto fare qualcosa di più in occasione del cross dalla bandierina dello stesso Pavan che ha permesso a Di Gennaro di incornare in rete.

FORMICONI 6 – ha patito inizialmente la velocità e l’estro di Finocchio. Poi ha preso le misure all’ex neroverde, ma non è stato incisivo e brillante sulla fascia destra come di solito.

PELLEGRINI 6 – Chiamato a rilevare Formiconi infortunato ha perso il duello (sporco) a sportellate con Di Gennaro.

STEFANI 6.5 – Il capitano ha dato il suo consueto apporto. Nel finale ha cercato anche di spronare i suoi proponendosi nella metà campo avversaria.

BASSOLI 6 – Forse è quello che ha risentito maggiormente delle fatiche di San Siro dove ha speso ogni energia per fermare i nazionali nerazzurri.

NUNZELLA 6.5 – Positivo sia in fase di difesa che in attacco. Non possiamo però non rimpiangere le roboanti progressioni di Michele De Agostini sulla corsia mancina.

DANZA 6 – ha avuto l’occasione di scalare la graduatoria di valori grazie alla squalifica di Misuraca. Non siamo sicuri che l’abbia sfruttata.

CIURRIA 6 – Chiamato ad accrescere il potenziale offensivo nell’ultima mezzora ha sofferto l’intasamento nella metà campo nerazzurra.

BURRAI 6.5 – Come al solito tutti i palloni del match sono passati dai suoi piedi. Gli sono mancate le occasioni da fermo.

LULLI 6 – Prezioso in contenimento. In fase propositiva ha svolto il suo compitino senza invenzioni.

SAINZ MAZA 6 – Siamo abituati agli alti e bassi dell’ispanico. Quello di Meda era un basso.

MARTIGNAGO sv – Dieci minuti non bastano per entrare in partita.

BERRETTONI 6 – Dall’artista ci si aspetta sempre qualche invenzione. Oggi non ce l’ha regalata.

RAFFINI 6 – Questa volta il jolly di coppa non ha fatto saltare il banco.

MAGNAGHI 6 – Tanta volontà, tanto impegno, poche occasioni.

COLUCCI 6 – Ha provato in ogni modo a portarsi a casa l’intera posta in palio. Anche riempiendo di attaccanti i sedici metri avversari con il risultato però di intasare gli spazi.

TIFOSI NEROVERDI 9 – Tanto scalpore per i 4 mila che hanno seguito martedì scorso i ramarri al Meazza. Va sottolineato però l’impegno dei 40 che li hanno seguiti nello sperduto, piccolo e semivuoto impianto di Meda per non far mancare il loro calore.