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Speciale Under 21 - Wahid Faghir, stavolta c'è davvero un nuovo Zlatan Ibrahimovic?
Prende il via oggi la fase a gironi dell'Europeo Under 21. Si terrà dal 24 al 31 marzo, le quattro prime e le quattro seconde andranno alla fase a eliminazione diretta che si disputerà invece dal 31 maggio al 6 giugno. Il torneo si disputa in Ungheria e Slovenia con l'Italia che apre oggi le danze a Celje contro la Repubblica Ceca alle 18, stesso orario della gara tra Slovenia, padrona di casa, e Spagna, detentrice del torneo, a Maribor.
La Danimarca ai piedi di Faghir?
Quando contro il Brondy, oppure contro l'OB, Wahidullah Faghir che di anni ne ha diciassette ma il fisico di un adulto e gioca con la personalità di un veterano, salta uno, due, tre uomini e mette la palla in mezzo, il compagno non ci arriva. E non lo fa per colpe della palla di Faghir che è un gettone solo da spingere nel juke-box per sentire la musica preferita. E' che il classe 2003, che ha sempre e solo vestito la maglia del Velje, sin da quando aveva sei anni, viaggia di gambe, piedi, testa e mente, a velocità doppia degli altri comuni e normali giocatori. C'è un filo sottile che divide la promessa dalla realtà. Quello su cui Marko Arnautovic e Valmir Berisha sono crollati, perché il peso del paragone con Zlatan Ibrahimovic era un fardello troppo difficile da sorreggere per loro. Alexander Isak sembrava destinato pure lui a finire nel burrone quando al Borussia Dortmund si è scontrato con le aspettative ma alla Real Sociedad ha dimostrato che non sarà Ibra ma che comunque dei bei gol li sa fare e che ha grandi colpi. Per Faghir, oggi, quando è ancora minorenne, sembra che la storia sia diversa. Ha i piedi, di Ibra. Il talento, di Ibra. Il fisico, di Ibra. Tutto di un potenziale Ibrahimovic, chiaro, ma la sfacciataggine e il carisma son quelli, tanto che se guarda al futuro dice "Germania e Olanda sembrano due campionati perfetti per me. Però sogno di giocare un giorno nel Real Madrid". L'Afghanistan, che è il paese originario della famiglia Faghir, ha provato a convincerlo a diventare l'icona di una Nazione. Troppo, anche per lui. Se lo godrà la Danimarca.
La Danimarca ai piedi di Faghir?
Quando contro il Brondy, oppure contro l'OB, Wahidullah Faghir che di anni ne ha diciassette ma il fisico di un adulto e gioca con la personalità di un veterano, salta uno, due, tre uomini e mette la palla in mezzo, il compagno non ci arriva. E non lo fa per colpe della palla di Faghir che è un gettone solo da spingere nel juke-box per sentire la musica preferita. E' che il classe 2003, che ha sempre e solo vestito la maglia del Velje, sin da quando aveva sei anni, viaggia di gambe, piedi, testa e mente, a velocità doppia degli altri comuni e normali giocatori. C'è un filo sottile che divide la promessa dalla realtà. Quello su cui Marko Arnautovic e Valmir Berisha sono crollati, perché il peso del paragone con Zlatan Ibrahimovic era un fardello troppo difficile da sorreggere per loro. Alexander Isak sembrava destinato pure lui a finire nel burrone quando al Borussia Dortmund si è scontrato con le aspettative ma alla Real Sociedad ha dimostrato che non sarà Ibra ma che comunque dei bei gol li sa fare e che ha grandi colpi. Per Faghir, oggi, quando è ancora minorenne, sembra che la storia sia diversa. Ha i piedi, di Ibra. Il talento, di Ibra. Il fisico, di Ibra. Tutto di un potenziale Ibrahimovic, chiaro, ma la sfacciataggine e il carisma son quelli, tanto che se guarda al futuro dice "Germania e Olanda sembrano due campionati perfetti per me. Però sogno di giocare un giorno nel Real Madrid". L'Afghanistan, che è il paese originario della famiglia Faghir, ha provato a convincerlo a diventare l'icona di una Nazione. Troppo, anche per lui. Se lo godrà la Danimarca.
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