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Palmeri su Linterista.it: "Nessuna alternativa a Inzaghi"
Nel loro proverbiale cupio dissolvi, i tifosi interisti non hanno trovato niente di meglio che associarsi all’autofrustrazione degli juventini in questa pausa di campionato. Forse spinti anche dalla narrazione giornalistica, ma intanto inutile spiegargli quanto la situazione tecnica e ambientale alla Juventus sia devastante, mentre l’Inter è in crisi ma almeno sa che il problema è psicologico, poiché gli stessi uomini per un anno continuato hanno giocato il miglior calcio d’Italia.
Alambiccarsi non solo sulla possibilità che Simone Inzaghi vada via, ma addirittura su quali nomi potrebbero subentrare - con le varie mozioni del cuore da Dejan Stankovic a Walter Zenga - sono l’ulteriore dimostrazione che essere passionali e sinceri come effettivamente sono gli interisti, non significhi automaticamente avere ragione. Non a caso i tifosi tifano, gli allenatori allenano, i giocatori giocano e i dirigenti dirigono. E se una delle componenti svolgesse male il proprio compito, non significherebbe automaticamente che le altre parti possano adeguatamente adempiere alle altre funzioni.
Alternativa valida a Inzaghi in circolazione non c’è. L’unico che in una situazione simile sarebbe garanzia di miglioramento è forse Antonio Conte - forse - e quindi si può già sgomberare il campo.
Ma il punto non è soltanto la mancanza di alternativa. Inzaghi ha sicuramente fatto errori marchiani, ma altrettante scelte giuste della stessa natura sono state fatte: cambi e sostituzioni a sorpresa che hanno portato frutti, ma che passano nel dimenticatoio.
Soprattutto, se fosse uno sprovveduto che non ha dimostrato di poter fare qualcosa di buono con questo gruppo, forse il tifoso potrebbe ancora avere ragione.
Ma non è così. E’ proprio con Simone Inzaghi che questo gruppo ha fatto bene, solo poco fa, ed è giusto sempre ricordarlo dopo aver perso 3 pedine fondamentali.
E stavolta la dirigenza ha mostrato alla tifoseria qual è la via: consolidare il lavoro, sviluppare il buono, analizzare cosa si è guastato e incidervi sopra, anziché cercare dall’esterno un taumaturgo che non esiste e che dovrebbe ricominciare da zero non sapendo da dove iniziare.
Non a caso Beppe Marotta sulla conduzione di un gruppo squadra è sicuramente il dirigente più lungimirante in Italia, e in qualche maniera il tifoso medio lo terrà in considerazione. Non dimenticate che non esitò a cambiare Spalletti per Conte, pur se Luciano da Certaldo non aveva certo fatto male, ma nella consapevolezza che la situazione così sarebbe stata sensibilmente migliorabile.
Marotta sa che Inzaghi è in difficoltà ma è una crisi che può evolversi in positivo, per quanto al momento sia sicuramente difficile. Fare tabula rasa cancellerebbe invece tutto.
Alambiccarsi non solo sulla possibilità che Simone Inzaghi vada via, ma addirittura su quali nomi potrebbero subentrare - con le varie mozioni del cuore da Dejan Stankovic a Walter Zenga - sono l’ulteriore dimostrazione che essere passionali e sinceri come effettivamente sono gli interisti, non significhi automaticamente avere ragione. Non a caso i tifosi tifano, gli allenatori allenano, i giocatori giocano e i dirigenti dirigono. E se una delle componenti svolgesse male il proprio compito, non significherebbe automaticamente che le altre parti possano adeguatamente adempiere alle altre funzioni.
Alternativa valida a Inzaghi in circolazione non c’è. L’unico che in una situazione simile sarebbe garanzia di miglioramento è forse Antonio Conte - forse - e quindi si può già sgomberare il campo.
Ma il punto non è soltanto la mancanza di alternativa. Inzaghi ha sicuramente fatto errori marchiani, ma altrettante scelte giuste della stessa natura sono state fatte: cambi e sostituzioni a sorpresa che hanno portato frutti, ma che passano nel dimenticatoio.
Soprattutto, se fosse uno sprovveduto che non ha dimostrato di poter fare qualcosa di buono con questo gruppo, forse il tifoso potrebbe ancora avere ragione.
Ma non è così. E’ proprio con Simone Inzaghi che questo gruppo ha fatto bene, solo poco fa, ed è giusto sempre ricordarlo dopo aver perso 3 pedine fondamentali.
E stavolta la dirigenza ha mostrato alla tifoseria qual è la via: consolidare il lavoro, sviluppare il buono, analizzare cosa si è guastato e incidervi sopra, anziché cercare dall’esterno un taumaturgo che non esiste e che dovrebbe ricominciare da zero non sapendo da dove iniziare.
Non a caso Beppe Marotta sulla conduzione di un gruppo squadra è sicuramente il dirigente più lungimirante in Italia, e in qualche maniera il tifoso medio lo terrà in considerazione. Non dimenticate che non esitò a cambiare Spalletti per Conte, pur se Luciano da Certaldo non aveva certo fatto male, ma nella consapevolezza che la situazione così sarebbe stata sensibilmente migliorabile.
Marotta sa che Inzaghi è in difficoltà ma è una crisi che può evolversi in positivo, per quanto al momento sia sicuramente difficile. Fare tabula rasa cancellerebbe invece tutto.
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