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6 giugno 2000, a Roma viene presentato il centravanti. È Gabriel Omar Batistuta
Un'accoglienza degna di un campionissimo. Era quella che l'Olimpico, il 6 giugno del 2000, riservò a Gabriel Omar Batistuta, acquisto della famiglia Sensi per rispondere allo Scudetto della Lazio appena andato all'archivio. Quindicimila persone affollarono la Curva Sud - probabilmente ora sarebbero anche di più - per l'arrivo di Batigol, ribattezzato Batigodo da più di qualche tifoso, sin da subito. Anche perché le aspettative sono altissime, il Tricolore manca da moltissimo tempo e il Giubileo, dopo avere visto la Lazio trionfare, vorrebbe che la Roma fosse la prossima. Succederà.
"Macché responsabilità, qui ti viene solo voglia di giocare e di vincere". Le parole del centravanti che ha appena lasciato casa sua, quella Firenze che lo aveva eretto a simbolo delle stagioni di Cecchi Gori. Lo stesso giorno, Sensi attacca ai microfoni: "Scudetto meritato, quello della Lazio, ma a Perugia è accaduto qualcosa di strano. No, non è uno scudetto vinto dal palazzo, ma in futuro il campionato dovrà essere diverso. Nizzola non c' entra, lui è un bravo presidente. Ma ci vorrà una authority sopra le parti per dirigere questo organismo arbitrale affinché il campionato sia corretto. Se fosse già esistito, la partita di Perugia sarebbe stata rinviata".
"Ho scelto la Roma perché pensa in grande", nella prima intervista. "Guadagnavo bene già a Firenze, non è stato l' interesse la molla che ha mosso il mio comportamento. Ho scelto Roma perché mi ha convinto il programma del presidente e la voglia che c' è di vincere. Si pensa in grande e mi attira l' idea di contribuirvi. Scudetto? Le possibilità sono molte. L' anno scorso la squadra ha lottato per questo obiettivo per tre quarti di stagione. Poi ha avuto un calo. Ora ha le carte in regola per partire alla pari. L' Inter? Sono venuti in tanti, c' era anche la Lazio. Ma la Roma, ripeto, mi ha mostrato i migliori programmi". Prese la maglia numero 18, lasciando la 9 a Montella, dopo un primo giallo e un possibile screzio sulla scelta.
"Macché responsabilità, qui ti viene solo voglia di giocare e di vincere". Le parole del centravanti che ha appena lasciato casa sua, quella Firenze che lo aveva eretto a simbolo delle stagioni di Cecchi Gori. Lo stesso giorno, Sensi attacca ai microfoni: "Scudetto meritato, quello della Lazio, ma a Perugia è accaduto qualcosa di strano. No, non è uno scudetto vinto dal palazzo, ma in futuro il campionato dovrà essere diverso. Nizzola non c' entra, lui è un bravo presidente. Ma ci vorrà una authority sopra le parti per dirigere questo organismo arbitrale affinché il campionato sia corretto. Se fosse già esistito, la partita di Perugia sarebbe stata rinviata".
"Ho scelto la Roma perché pensa in grande", nella prima intervista. "Guadagnavo bene già a Firenze, non è stato l' interesse la molla che ha mosso il mio comportamento. Ho scelto Roma perché mi ha convinto il programma del presidente e la voglia che c' è di vincere. Si pensa in grande e mi attira l' idea di contribuirvi. Scudetto? Le possibilità sono molte. L' anno scorso la squadra ha lottato per questo obiettivo per tre quarti di stagione. Poi ha avuto un calo. Ora ha le carte in regola per partire alla pari. L' Inter? Sono venuti in tanti, c' era anche la Lazio. Ma la Roma, ripeto, mi ha mostrato i migliori programmi". Prese la maglia numero 18, lasciando la 9 a Montella, dopo un primo giallo e un possibile screzio sulla scelta.
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