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Salernitana, un punto utile solo per il morale: ciclo terribile e nessuna nuova sulla società
Immaginare che una tifoseria passionale come quella granata abbia vissuto il gol al 90' in quel di Cagliari quasi con distacco emotivo fa un certo effetto. Pareggiare a Cagliari con una rete, tra l'altro molto bella, certifica che il gruppo ha ancora voglia di crederci, ma il divario dalla quartultima piazza rischia di aumentare proprio ora che il calendario propone un poker ad altissimo coefficiente di difficoltà. Juventus in casa, doppia trasferta con Milan e Fiorentina, poi Inter all'Arechi: andare oltre gli attuali otto punti sarebbe già una grande impresa, soprattutto perchè l'infermeria è piena e difficilmente torneranno a disposizione calciatori come Mamadou Coulibaly, Ruggeri, Ribery, Kastanos e Strandberg che servono come il pane. Mister Colantuono, che probabilmente non sarebbe stato esonerato nemmeno in caso di sconfitta pur con la totale disponibilità al ritorno di Fabrizio Castori, in sala stampa ha chiesto rinforzi. Ne occorrerebbero almeno cinque, in tutti i reparti e di categoria. Ma fino a quando la questione societaria non sarà risolta, è evidente che la tifoseria fatichi ad essere fiduciosa.
Il dilemma è proprio questo: un imprenditore che acquista la Salernitana per una cifra vicina ai 35 milioni è disposto a spendere tanto a gennaio con una squadra ultima in classifica o si proietterà direttamente alla prossima stagione di B con la forza del paracadute e azzerando gli attuali quadri dirigenziali? Questioni che, inevitabilmente, incidono sul rendimento e sulla testa di una squadra non così scarsa come dice la classifica, ma che - ricca di gente inesperta - avrebbe avuto bisogno di una guida e di un presidente.
Il dilemma è proprio questo: un imprenditore che acquista la Salernitana per una cifra vicina ai 35 milioni è disposto a spendere tanto a gennaio con una squadra ultima in classifica o si proietterà direttamente alla prossima stagione di B con la forza del paracadute e azzerando gli attuali quadri dirigenziali? Questioni che, inevitabilmente, incidono sul rendimento e sulla testa di una squadra non così scarsa come dice la classifica, ma che - ricca di gente inesperta - avrebbe avuto bisogno di una guida e di un presidente.
Ad ogni modo Bonazzoli al 90' è quel graffio che sa tanto di scatto d'orgoglio, non era scontato dopo la brutta figura interna con la Sampdoria. Ma martedì sera, a cospetto dei 25mila dell'Arechi, occorrerà un'impresa per fermare la Juventus. Piccola con le piccole, come ha ammesso Allegri in conferenza stampa. E, storicamente, già caduta a Salerno nel lontano 1999 sotto i colpi di un giovane Di Vaio. Dopo aver perso punti in quasi tutti gli scontri diretti, ora non si potrà scendere in campo a prescindere con timore reverenziale. La cessione della società passa anche attraverso una dignitosa chiusura di girone d'andata.
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