SALERNITANA: giusto rivalutare l'operato di Colantuono?
Quanto sta accadendo nelle ultime settimane ha spinto i tifosi a rivalutare una serie di situazioni che, in passato, erano state aspramente criticate. Tra queste c'è l'operato di Stefano Colantuono, allenatore fischiato sonoramente anche quando la Salernitana era terza e che ha rassegnato le dimissioni a inizio dicembre ufficialmente per rasserenare un ambiente che era diventato ostile e che mal tollerava. In realtà il suo successore non ha fatto meglio: Gregucci ha una media punti inferiore, ha perso ben quattro partite in casa (si rischia il record storico negativo), non ha risolto i problemi offensivi e difensivi e vede la sua posizione già traballante. Su Colantuono c'è una certa divisione. Da un lato chi si complimenta perchè evidentemente aveva capito quali fossero i limiti della rosa e aveva puntato tutto sulla concretezza e sulla fase difensiva, dall'altro chi ricorda la gestione errata di alcuni calciatori, l'atteggiamento oltremodo prudente e un certo nervosismo che trapelava quando era in panchina.
Di certo c'è che quelle tre sconfitte pesano ancora, la squadra staccò letteralmente la spina ed era opinione diffusa che il giocattolo si fosse rotto. Allo stesso tempo, però, bisogna riconoscere che ha avuto ragione quando preferiva Casasola a destra piuttosto che Djavan Anderson (inspiegabile invece l'esclusione di Pucino, in panchina a Venezia dopo essere stato il migliore col Livorno) e che in fondo Davide Di Gennaro non si è mai visto nemmeno con Gregucci. Sempre a Colantuono si devono alcuni arrivi nel mercato: ad ora, però Micai, Castiglia e Djuric rappresentano un flop, ma anche sul fatto che sia stato l'ex mister a volere il bosniaco ci sono voci contrastanti. Come sempre la verità sta nel mezzo: Colantuono non era certo il principale problema della Salernitana e la classifica, fino a inizio novembre, gli dava pienamente ragione, ma ci sono stati errori di valutazione tali da giustificare anche le critiche di una piazza che deve perdere l'abitudine di fischiare un professionista quando è a Salerno per poi rimpiangerlo dopo.