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Djuric in volo, Salernitana BersaglieraTUTTO mercato WEB
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
lunedì 8 marzo 2021, 09:00News
di TS Redazione
per Tuttosalernitana.com
fonte La Città

Djuric in volo, Salernitana Bersagliera

È la squadra della sua gente. E non solo perché svetta lassù, dove la serie A oltre che sogno diventerebbe pure obiettivo (però nel mentre iniziate a crederci, non fatene un’ossessione: tanto, a che serve?). La Salernitana che sbanca Cremona è un tutt’uno con il suo popolo, pure se non si sono mai visti, nei piccoli gesti che regalano grandi emozioni. Momenti. Attimi. Brividi. C’è Djuric che salta in alto, più su di dove i granata stanno volando, e dà una testata pure a chi contava i giorni dalla sua astinenza dal gol (ricominciate daccapo, da adesso!). C’è Jaroszynski che fa “marameo” a Baez, gli strappa palla e ammonizione, poi gli va spalla-spalla guardandolo con gli occhi sfacciati di quello che fa le corna nella foto di classe.

C’è Gyomber che la butta sempre fuori, ed è per questo che a Belec (come ad Adamonis per tre gare prima) nessuno la butta mai dentro. C’è Di Tacchio che strilla, comanda, con la stessa faccia con cui aveva sbagliato il rigore tre giorni prima, ché i capitani veri ne hanno una soltanto. C’è Kristoffersen che entra e fa il gioco di Djuric come se ne avesse studiato persino la pettinatura. E poi c’è il pathos, che nasce allo Zini ed entra nelle case d’una Salerno in “zona rossa” ma in cui batte - maledettamente forte - un cuore soltanto, mentre la Cremonese assalta senza trovare un buco, e il cronometro cammina, così lento che i secondi sembrano minuti, e però senza che la Salernitana si smarrisca. Sempre lucida, determinata, odiata da chiunque la affronti, e per questo così amata dalla sua gente. La squadra di Castori, ora terza in classifica, è straordinaria interprete d’una partita che allunga a nove la striscia di risultati positivi, e scrive pure un po’ di storia visto che a casa dei grigiorossi, nel suo cammino ultra-centenario, l’ippocampo non aveva mai vinto. È accaduto perché la formazione del cavalluccio marino è diventata incredibilmente consapevole della sua forza, padrona della sua identità, malleabile nei suoi interpreti tanto da permettersi il lusso di portare Tutino a Cremona solo in gita. Il sacrificio sull’altare del turnover diventa risorsa, se hai alternative (vedi Gondo) capaci di far meglio di chi riposa perché ha il fiato corto.