Facci: "Anche a Lagonegro partì con una contestazione, e poi..."
"Bergamo è una ferita ancora aperta. Quella Salernitana giocava un gran calcio, avrebbe meritato il doppio salto e non fu brava, quel giorno, a sfruttare le tante occasioni a disposizione. Fa ancora male pensare a quel pomeriggio, c'era tutta Salerno al nostro fianco e volevamo scrivere una pagina di storia come quella del San Paolo. La vittoria di quel campionato è indelebile nel mio cuore, quando tornammo in città fummo accolti da decine di migliaia di persone. L'Arechi era stracolmo, una emozione incredibile. Ricordo anche il mio gol contro il Verona: la palla passò attraverso un buco nella porta, gli avversari dicevano che fosse uscita e speravano nell'annullamento. "Già non segno mai, se poi quelli buoni me li togli è la fine" fu la mia frase scherzosa nei confronti dell'arbitro che, in verità, non ebbe alcun dubbio.
Delio Rossi? L'allenatore che mi ha insegnato di più, curava i particolari in modo incredibile e lo reputo un maestro di calcio. Arrivai a Salerno come centrocampista, mai avrei pensato di cambiare ruolo. Alla fine ho fatto il terzino, mi ha insegnato moltissimo e guardava anche la posizione dei piedi e del corpo per insegnarci a marcare meglio. Non finirò mai di ringraziarlo. Vedo analogie con quella stagione. Ricordo che iniziò con la contestazione a Lagonegro, poi sappiamo tutti come sia andata a finire". Queste le parole dell'ex difensore granata Mauro Facci.