Atalanta-Salernitana, l'analisi del match
Sconfitta senza se e senza ma, con poche attenuanti e tante colpe.
LE FORMAZIONI
Gasperini non rischia Demiral che si accomoda in panchina, puntando su Scalvini con Palomino e Toloi davanti a Musso; in mediana solita cerniera composta da De Roon e Koopmeiners, mentre sugli esterni sorpresa con l'ex Ruggeri a sinistra e Zappacosta a destra, con Boga nel tridente completato da Hojlund e Lookman. Nicola risponde con Pirola e Lovato a completare il terzetto arretrato con Fazio davanti a Memo Ochoa; conferma per Caviglia a discapito di Bohinen che scivola in panchina. Con lui il rientrante Coulibaly e Vilhena, rigenerato dal gol con il Torino; esterni Candreva e Bradaric, tandem d'attacco composto da Dia e Piatek, che si riprende la maglia da titolare con Bonazzoli inizialmente in panchina.
LE STATISTICHE
Tutto a vantaggio della squadra di Gasp, dal possesso palla (57.6 a 42.4), tiri (19-13 a 7-2) alle linee di passaggio, 463 a 309. Solo i cross vedono una leggera prevalenza degli uomini di Nicola (8 a 6).
LE SCELTE TATTICHE
PRIMO TEMPO. Solito modulo per Nicola, con Coulibaly in versione play al posto di Bohinen e Lovato-Pirola ai lati di Fazio. Per Gasp 3-4-3 a trazione offensiva. Risultato? Valanga di occasioni per la Dea con la difesa della Salernitana lenta sia sulle prime che sulle seconde palle e gli uomini di Gasp con una marcia in piu. ll pari è stata una casualità, grazie alla lettura di Piatek che sovrasta Palomino ed al killer instinct di Dia. Un cinque a uno pesante ma meritato al termine della prima frazione.
SECONDO TEMPO. Punta d'orgoglio all'inizio della seconda frazione, con qualche buona occasione per rendere il passivo meno pesante, ma senza esiti positivi. L'Atalanta passeggia e si diverte e trova le reti di Lookman e dei due ex, Ederson e Zortea che chiudono il match nonostante il gol di Caviglia.
IN CONCLUSIONE. Poco da aggiungere. Squadra mal messa in campo, distaccata dal suo allenatore e troppo morbida. Passivo pesante, che poteva essere lo stesso anche con Torino e Milan, ma non lo è stato grazie all'imprecisione degli attacchi rossoneri e granata e ad un super Ochoa che questa volta non ha potuto fare nulla.