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Donkor: "L'Inter è una famiglia, se Dio vorrà un giorno tornerò"

Donkor: "L'Inter è una famiglia, se Dio vorrà un giorno tornerò"TUTTO mercato WEB
© foto di Francesco Di Leonforte/TuttoCesena.it
domenica 23 giugno 2019, 21:22Serie A
di Alessandra Stefanelli

Pilastro della Primavera nerazzurra per anni. Qualche presenza in prima squadra. Fisico imponente. Grinta, cuore e polmoni oggi al servizio dei rumeni del CSU Craiova. Ma un passato all’Inter che non scorderà mai. Isaac Opoku Donkor, difensore ghanese classe ’95, in esclusiva per FcInterNews, ricorda il suo passato meneghino e le stagioni a difesa – è proprio il caso di dirlo – della Beneamata.

Come procede la sua carriera?
“Alla grande, come Dio l’ha pianificata”.

Perché si è trasferito in Romania?
"È dove Dio vuole che continui il percorso che ha scelto per me”.

Quale è il suo primo ricordo che la lega alla città di Milano, nella quale è effettivamente cresciuto?
“La conoscenza della famiglia D’Apolito”.

E quello all’Inter?
“Di una famiglia. Appena sono arrivato mi hanno accolto benissimo, come per l’appunto di un membro di una grande famiglia”.

C’era un compagno in Primavera su cui avresti scommesso a occhi chiusi? Che sarebbe diventato un campione?
“Sì, Ibrahima Mbaye”.

Ha giocato anche con la prima squadra dell’Inter, in Europa e Serie A.
“Sì, è stato un sogno, quello più grande della mia carriera”.

Si sente ancora con qualcuno di loro?
“Con Ibrahima Mbaye, Alfred Duncan, Radu, Christian Kouame e Shaqiri”.

Che ricordi ha di Stramaccioni?
“Ne nutro tantissimi e bellissimi del mister. D’altronde è lui che mi ha fatto esordire in prima squadra”.

E di Roberto Mancini?
“Anche. Appena arrivato ha mostrato di aver fiducia nelle mie capacità. E lo stesso vale anche per Walter Mazzarri”.

C’è un giocatore che l’ha impressionata di più rispetto agli altri?
“Ognuno di loro, parliamo di grandi campioni”.

Si ispira ad uno in particolare?
“Sì, a Walter Samuel”.

Le piacerebbe un giorno tornare a giocare in Italia, magari proprio all’Inter?
“Se Dio dice che è lì che devo tornare, allora mi rivedrete nel vostro Paese. È lui che mi sta guidando nel mio percorso”.

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