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Sbrollini (ItaliaViva): "Protocollo da rivedere, sembra indirizzato a non consentire la ripresa"

ESCLUSIVA TMW - Sbrollini (ItaliaViva): "Protocollo da rivedere, sembra indirizzato a non consentire la ripresa"TUTTO mercato WEB
venerdì 15 maggio 2020, 19:57Serie A
di Ivan Cardia

Calcio e politica, mai come di questi tempi, sono legate da un filo. Quello che dovrebbe guidarci lungo la strada per il post Covid-19: in ballo c’è la ripresa del campionato, e non solo. Mentre tra FIGC, Governo e Lega Serie A continuano i confronti e gli scontri, abbiamo analizzato la situazione con l’onorevole Daniela Sbrollini, senatrice e responsabile del dipartimento Sport di Italia Viva: “Io sono intervenuta anche in diretta l’altro ieri, durante l’informativa del ministro Spadafora. Ho ribadito anzitutto che, come gruppo politico, siamo per la ripartenza in sicurezza. Bisogna fidarsi dei medici e del protocollo della FIGC, parliamo di persone competenti. Le società in primo luogo stanno facendo i tamponi e i test sierologici, sono le prime interessate a garantire il massimo della sicurezza”.

Ritiene che vi siano alcune cose nel protocollo del CTS da rivedere?
“Beh, sicuramente l’idea di scaricare il contagio sui medici sportivi. E anche la necessità di una quarantena per tutta la squadra, mi sembra che altri Paesi stiano andando in direzioni diverse. Il protocollo proposto dal Ministero dello Sport ci sembra troppo complicato, più indirizzato a non consentire la ripresa del campionato. Come se non si conoscesse il valore, economico ma non solo, del calcio e degli sport in generale”.

C’è stato un cortocircuito: FIGC e CTS hanno trovato un’intesa, poi la Lega Serie A ha fatto saltare il tavolo. Non pensa che comunque anche tra i club vi siano grossi dubbi sulla ripartenza?
“C’è della preoccupazione, questo è chiaro. Questi saranno giorni cruciali, anche per l’incontro con Conte: credo che lì avremo maggior certezza, che poi è quello che serve. Per tornare alla domanda, penso che queste incomprensioni derivino anche dal fatto che sin dall’inizio non sia stato istituito un tavolo di confronto tra governo e mondo del calcio. In ballo ci sono interessi economici considerevoli, e io credo che la politica debba affidarsi agli esperti per la parte sanitaria, ma poi debba anche assumersi la responsabilità di prendere una decisione”.

Dal ministro Spadafora, a un certo punto, è emersa una specie di insofferenza verso il mondo del calcio.
“Non ne comprendo la ratio, e devo premettere che io con il Ministro ho un ottimo rapporto, e che l’ho molto apprezzato per esempio quando ha parlato del mondo degli sport di base. Ritengo però che sia sbagliato creare un conflitto tra il professionismo e lo sport no-profit, non abbiamo bisogno di dividerci anche su questo. Ho avuto l’impressione di una chiusura a priori da parte del Ministero, poi per fortuna c’è stato un dibattito parlamentare che ha fatto emergere una vittoria netta della linea politica che ritiene utile e opportuno consentire alla ripresa. Tra l’altro bisogna anche rispettare l’autonomia dello sport. Sarà che ne ha fatto una battaglia, forse non comprendendo l’importanza del movimento calcistico nel quadro sportivo nazionale”.

Nella bozza del DL Rilancio, in attesa della pubblicazione in G.U., è previsto un iter molto rapido a livello giudiziale in caso di stop dei campionati. Sembra una mano tesa del Governo alla FIGC, e in generale alle Federazioni sportive, per chiudere la stagione senza paura di un contenzioso.
“Io penso che, se l’esecutivo avesse avuto l’intenzione di chiudere subito il campionato, lo avrebbe dovuto dire apertamente, senza creare questa incertezza. Se dovessero essere confermate le previsioni inserite nella bozza del DL Rilancio, allora a maggior ragione sarebbe inutile aver perso tutto questo tempo. E aver creato un clima di incertezza che non aiuta nessuno, perché in questo momento è in difficoltà solo il calcio: penso ai centri sportivi, che potrebbero riaprire il 25 maggio ma ancora non conoscono il protocollo da seguire a tal fine. Tornando al campionato di Serie A, io credo che dobbiamo provarci fino all’ultimo, mantenendo uno spiraglio per la riapertura. Aspettiamo l’incontro tra Gravina e Conte: credo che lì si capirà davvero cosa succederà”.

Nel DL Rilancio dovrebbe inoltre essere confermato il bonus da 600 euro per i lavoratori dello sport. I primi pagamenti, però, sono in ritardo.
“Sì e noi ci siamo mossi in tempi non sospetti: abbiamo sempre sostenuto, già col primo decreto liquidità, che fosse meglio un ammortizzatore unico e non una serie di misure differenziate come poi è accaduto. Per i lavoratori dello sport mi sono impegnata in prima persona. Poi, per carità, c’è da considerare il contesto generale: stiamo vivendo un’emergenza, e qualche ritardo purtroppo c’è stato in tutti i settori, non solo nello sport”.

Sappiamo che lei non è solo appassionata di calcio, ma anche praticante. È stata una promotrice della Nazionale parlamentare di calcio femminile. A tal proposito, non teme che questa crisi possa mettere a rischio l’evoluzione del movimento e i risultati conseguiti?
“Certo. Sono spaventata, perché sta andando tutto a rilento: abbiamo chiesto di rimettere in piedi il tavolo sul professionismo femminile, che non è ripartito. Inoltre si è parlato di decreti attuativi, però anche noi, all’interno della maggioranza, vorremo vedere qualche bozza di questi decreti attuativi della legge delega, credo che sia una nostra prerogativa e che ci siano tante, troppe, questioni con un punto interrogativo”.

La legge sul professionismo sportivo è del 1981. Non ritiene sia giunto il tempo per una riforma organica del settore?
“Sì, decisamente. E lo stesso vale per l’attività dilettantistica, nonché per la riforma della Legge Melandri, settori nei quali ho già depositato in passato due diverse proposte di legge. Io credo che dalle crisi nascano sempre delle opportunità di cambiamento, e che questo sia il momento di una riforma: non si può continuare ad andare avanti con provvedimenti tampone, ma ci vuole un’idea ben chiara. I temi sono tanti, c’è anche l’educazione fisica dalle scuole primarie, l’impiantistica su cui potremmo intervenire dato il momento di stallo. Bisogna circondarsi di esperti, come in altri settori. Non un’altra task force, magari (ride, ndr). A parte gli scherzi, come detto col Ministro Spadafora io ho un ottimo rapporto, però secondo me in questa vicenda è mancato troppo spesso il dialogo. E ne abbiamo un grandissimo bisogno per scrivere il futuro”.

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