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Speciale scouting. Occhi all'estero, senza rete locale: la transizione Roma

Speciale scouting. Occhi all'estero, senza rete locale: la transizione RomaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 12 novembre 2020, 18:15Serie A
di Ivan Cardia

Giovane, talentuoso, spesso straniero. Ma negli ultimi tempi raramente sudamericano. È questo l’identikit perfetto del rinforzo che la Roma cerca sul mercato. Lo dicono i fatti, lo racconta l’operato sul mercato, con tanti acquisti dall’estero, soprattutto nell’ultimo anno. In una fase di transizione, dal periodo finale dell’era Pallotta all’avvio di quella Friedkin, uno degli obiettivi è stato razionalizzare i costi, senza per questo rinunciare alla qualità: il terzo posto dei grandi in Serie A e il primo (con ampio distacco) della Primavera nel campionato di categoria, attualmente sospeso, lo certificano.

Transizione tout court. Anche a livello societario e decisionale, perché la struttura del club ha vissuto inevitabilmente tante novità con l’avvicendamento in proprietà. Così, acquisti e cessioni per la prima squadra vengono decisi a livello corale, nei rispettivi ruoli, tra Paulo Fonseca, Guido Fienga e Morgan De Sanctis. A quest’ultimo fa poi capo l’intero settore della Primavera. I cui tratti distintivi sono molto simili a quelli della prima squadra.

Tendenza esterofila e bacino larghissimo. Della predilezione per acquisti fuori dall’Italia, s’è già detto: nell’ultimo anno, oltre al ritorno di Smalling, sono arrivati i vari Villar, Carles Perez, Mayoral, come pure i più esperti Mkhitaryan e Pedro. Per quanto sui più giovani si sia guardato anche in Italia (Ibanez e Kumbulla, per fare due nomi). Ma anche in Primavera: per citarne alcuni, dal Maccabi Haifa è arrivato Podgoreanu, dal NK Bravo lo sloveno Feratovic, dal Numancia lo spagnolo Vicario. L’altra caratteristica altrettanto innegabile è quella del bacino d’utenza: la Capitale d’Italia ne offre uno impareggiabile e per questo la Roma a questi innesti esteri affianca i ragazzi cresciuti in casa sin da giovanissimi (Milanese l’ultimo a esordire, ma promettono bene anche i vari Zalewski, Bove, Tripi).

La rete scouting e l’effetto Covid. Detto che ormai qualsiasi società parte dall’analisi video per poi muoversi sul campo, la Roma del post Monchi non ha più avuto una rete di osservatori all’estero, ma una solida base di scout che dall’Italia si muovono in giro per il mondo per confermare quanto il video ha fatto immaginare sulle qualità di un eventuale nuovo acquisto. In Europa, meno in Sud America: per scelta o per mancanza di occasioni, è un dato di fatto che, rispetto alla gestione Sabatini, sia la precedente che quella attuale abbiano battuto meno un mercato molto caro all’attuale coordinatore di Bologna e Montreal. Poi, l’effetto Covid: inevitabilmente, spostarsi è diventato oggi molto più complicato. Più video, meno presenza. Ma vale un po’ per tutti, in questo stranissimo 2020.

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