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Speciale scouting. Oltre i nuovi limiti russi: così lo Zenit sta superando la rivoluzione

Speciale scouting. Oltre i nuovi limiti russi: così lo Zenit sta superando la rivoluzioneTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
giovedì 12 novembre 2020, 14:00Serie A
di Marco Conterio

Un duemilaventi come data spartiacque di una nuova storia. Di un nuovo corso, per il mercato, lo scouting e anche la costruzione delle rose dei club della Prima Divisione Russa. Perché la Federazione ha deciso tout court di limitare il numero massimo di calciatori stranieri in rosa a otto e questo ha di fatto viziato anche il modus operandi delle società. Anche di quelle più internazionali come lo Zenit San Pietroburgo, che ha di fatto dovuto adattarsi al nuovo regolamento che la Federazione ha inteso mettere in atto per rendere in futuro più proficua la ricerca e lo sviluppo dei giocatori russi. Ma che ha un rischio boomerang, come l'eccessiva usura degli otto stranieri in rosa, spesso sempre in campo anche in una stagione densa d'impegni e con spostamenti non certo comodi come questa.

La struttura dello Zenit, la diminuzione del rischio Il mercato è guidato dallo spagnolo Javier Ribalta, per la prima squadra c'è un chief scout che coordina quattro osservatori. C'è anche un team di analisti video integrati nello scouting. La nuova barriera sugli stranieri in rosa ha portato però i club a poter rischiare meno sugli obiettivi fuor di confine. In estate la società di San Pietroburgo ha portato a casa due calciatori di livello internazionale come Dejan Lovren del Liverpool e Wendel dello Sporting Club de Portugal ma entrambi erano già stati seguiti in stagione. Pronti subito, con esperienza, con un background che limiti al massimo i rischi d'impresa: ecco l'identikit del target fuori dai confini per le grandi di Russia come lo Zenit.

Il futuro della Russia Così lo sguardo deve, tra necessità e virtù, posarsi sul mercato interno. Lo Zenit monitora costantemente tutte le gare di Prima e Seconda Divisione sul territorio russo ma con una problematica importante, che vale per lei come per le altre. Le grandi di Russia, senza problemi economici rilevanti, non si cedono vicendevolmente i migliori. E' stato così nella storia, lo è ancor di più adesso con le nuove limitazioni. Nell'ultimo mercato infatti lo Zenit ha preso Chystyakov dal Rostov, l'anno precedente Sutormin dal Rubin Kazan, Krugovoy dall'Ufa, a gennaio Azmoun (straniero, però, top player dell'attacco di Semak, ndr) nel 2018 sempre dal Rubin. Ancora avanti nel tempo, l'estate prima lo Zenit ha preso Nabiullin e Ozdoev dalla società di Kazan, Zabolotn dal Tosno, Kuzyaev dall'Akhmat Grozny, Mevlja e Noboa (stranieri), Poloz, Erokhon e Terentjev dal Rostov. Per trovare un giocatore preso dalla società di San Pietroburgo da una delle altre grandi, ovvero Lokomotiv Mosca, CSKA Mosca, Spartak Mosca e Krasnodar, serve andare all'estate del 2015 con lo svincolato Artem Dzyuba dallo Spartak mentre per cash, sempre dallo Spartak, ai nove milioni pagati nel 2009 per Bystrov.

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