Inter, da Candreva a Lukaku: ritorno ad Appiano tra corsa e primi tocchi col pallone

Alle 14.10 di ieri i cancelli di Appiano Gentile si sono aperti al primo nerazzurro, 58 giorni dopo dall’ultima volta. Davanti alla smart for two di Candreva si è spalancato un nuovo inizio. Tutti i giocatori dell’Inter sono risultati positivi ai test fisici e negativi a quelli sierologici seguiti ai tamponi a cui ogni calciatore è stato sottoposto. Appiano sembrava una chiesa dal silenzio tipico di una clausura. Immediatamente dopo ecco il capitano Samir Handanovic. E poi Young, Barella, D’Ambrosio fino all’ultimo, avvistato attorno alle 18, il cui volto rispondeva a quello di Lukaku, preceduto da Lautaro Martinez. Insieme, ancora. Dentro anche i baby Esposito, Pirola e Stankovic jr. Tre gruppi per tre sessioni da novanta minuti come una partita, fatte di corsa, esercizi con l’elastico, conduzione del pallone, lanci lunghi e qualche tiro in porta giusto per ricordarsi come si fa.

Nessuno si è presentato senza mascherina medica e una volta varcate le porte del Suning Training Centre, misurazione della febbre in auto e dritti nelle rispettive casette in foresteria per cambiarsi e andare in campo. Una metà per un giocatore, obiettivo distanza raggiunto. Novanta minuti sull’erba, agli ordini di Paolo Vanoli e Cristian Stellini, supportati dal preparatore Antonio Pintus. Terminata la seduta subito in doccia e via di ritorno a casa. Di Antonio Conte non c’è traccia, come da programma che non lo vedrebbe presente alla Pinetina ancora per un po’. In fondo, per il momento, la sua presenza è relativamente necessaria. I suoi due assistenti dello staff tecnico bastano e avanzano per il tipo di lavoro da fare fino al 18 maggio, quando - se tutto va come deve andare - le sedute facoltative lasceranno il posto al lavoro di gruppo con convocazioni ufficiali. Un nuovo inizio in casa Inter.