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Inter, la macchina spinge al massimo: ora esame combinato

Inter, la macchina spinge al massimo: ora esame combinatoTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 3 dicembre 2019, 07:00Serie A
di Gianluigi Longari
fonte Sportitalia

“Spingere la macchina al massimo”. Questo è il parallelismo al quale Antonio Conte si è affidato per tutta questa prima porzione di stagione nell’identificare ciò che l’Inter avrebbe dovuto fare per “infastidire” – altra citazione – chi era abituato a stare davanti. Se però la metafora si trasforma in realtà, succede che i nerazzurri lascino sul piatto soltanto cinque punti dei 42 accumulabili in 14 partite di campionato, e si ritrovino al comando di una classifica che di questi tempi, aveva quasi sempre avuto il medesimo padrone, con le tinte bianconere. Identificare la svolta con la guida tecnica è lecito ed immediato, specie in considerazione del fatto che mai nella propria storia i nerazzurri avevano imposto al torneo questo genere di andatura, e ancor di più pensando che la proiezione di questo rendimento porterebbe alla quota 102 punti che Conte aveva lasciato in eredità alla Juventus in quel 2014 che segnò il suo addio alla panchina bianconera. Discorsi lontani anni luce da ciò che accadrà, ma che certamente aprono lo spazio a qualche riflessione.

Non solo per le magie di un Lautaro da blindare e lo strapotere di un Lukaku dominante oltre più rosea aspettativa, ma anche in relazione a chi insegue e da molto non era abituato a farlo. La Juve paradossalmente paga la profondità di una rosa con la clamorosa eccezione di Cristiano Ronaldo che obbliga alla panchina un Dybala strepitoso ogni qual volta ha l’opportunità di dimostrarlo, l’ambientamento ancora approssimativo di De Ligt e la rincorsa al record di presenze in campionato di Buffon. Facile parlarne ora, evidentemente, ma del resto la Juventus non offre molte opportunità per essere quantomeno parzialmente messa in discussione. Ed allora largo ad una settimana di apnea, in attesa dell’esame romano combinato che fornirà un’ottica ancora più precisa su chi fugge e chi insegue in questo duopolio che sembra destinato a caratterizzare per molto la storia del nostro calcio.

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