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#iorestoacasa - Le storie della buonanotte: 1982, l'urlo di Tardelli e la gioia di Pertini

#iorestoacasa - Le storie della buonanotte: 1982, l'urlo di Tardelli e la gioia di Pertini
giovedì 12 marzo 2020, 01:05Serie A
di Marco Conterio
#iorestoacasa - Tuttomercatoweb.com propone ai suoi lettori delle storie di calcio per tenerci compagnia in queste giornate tra le mura domestiche

Pertini con le braccia al cielo e quel sorriso dolce come l'anima degli angeli. L'urlo di Tardelli. L'Italia che festeggia le sue notti più belle. L'Italia campione del Mondo. 1982. Sarà sempre il nostro anno, il 1982. Per sempre. Ma riavvolgiamo il nastro. Il 1982 riparte con la Juventus campione d'Italia. Grazie agli sponsor sulle maglie, pure club come l'Udinese e il Cesena si possono permettere Causio e Muraro. I bianconeri hanno Rossi squalificato per il caos delle scommesse e richiamano all'ovile Virdis mentre arriva il giovane Bonini. Il 1982, riparte da dove tutto era finito. Con la Juventus che domina e vince 6 partite di fila tra cui un 6-1 al Cesena. Con la Juventus che riparte con l'occhio della tigre.

Il Milan fallisce il colpo Zico L'Inter prende Bagni, la Roma Nela, il Napoli Palanca e Benetti. Il Torino, al tramonto dell'era Pianelli, riprende diversi ex come Beruatto, Ferri, Dossena. Il Milan, intanto, cerca il colpo da 90 ma fallisce. Zico, meraviglia brasiliana, non arriva così il club rossonero si 'consola' con un ragazzone tutto muscoli e grinta che arriva dal Manchester United. Si chiama Joe Jordan. Lo chiamavano Squalo.

Sorpresa Viola Tra le sorprese di quell'annata, anzi, La Sorpresa di quel campionato 1981-1982, fu la Fiorentina. I Pontello portano sulle rive dell'Arno Pecci, Graziano, Cuccureddu e hanno in rosa giovani di splendide speranze come Vierchowod, Massaro e Monelli. Ah, poi un ragazzo che quell'estate sarà tra i campioni del Mondo. Indossava la numero 10 e anche oggi, in Curva Fiesole, i tifosi sbandierano un vessillo con scritto 'Onora il Padre'. Giancarlo Antognoni da Marsciano, provincia di Perugia. Il ragazzo che giocava guardando le stelle. Il centro di gravità permanente della Fiorentina.

La Mafia uccide Dalla Chiesa Nel 1982 Gabriel Garcia Marquez vince il Nobel per la letteratura Carlo e Diana annunciano intanto la nascita del figlio William. E mentre il mondo piange la scomparsa della principessa Grace di Monaco, in Italia la mafia uccide il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il prefetto di Palermo e sua moglie Emanuela Setti Carraro si dirigono verso un ristorante a bordo della loro A112 bianca, seguiti dall’agente di scorta Domenico Russo alla guida di un’Alfetta. Intorno alle 21,15, lungo via Carini, vengono affiancati da una Bmw e da una motocicletta, dalle quali parte una raffica di kalashnikov AK-47 che uccide i due coniugi e l’agente.

Viola a 90 minuti dal sogno Il 4 novembre Roberto Bettega si infortuna al ginocchio e dice addio pure alla spedizione Mundial. Il 22 novembre, il ragazzo che giocava guardando le stelle, Antognoni, si scontrò invece con il portiere del Genoa, Silvano Martina: perse conoscenza, subendo due fratture al cranio, tanto che tutti temerono per la vita del 10 viola. La sua Fiorentina, intanto, si giocò il titolo con la Juventus fino all'ultima giornata. Entrambe a 44 punti, i viola si apprestarono a sfidare il Cagliari, la Juventus il Catanzaro. La Fiorentina era a 90 minuti da un sogno lungo anni. La Vecchia Signora voleva ripetersi. Proprio lei.

Il rigore di Liam Brady, il gol di Graziani Le tifoserie di Fiorentina e Juventus non sono mai state, come dire, troppo amiche. Quei novanta minuti, però, furono la goccia che fece traboccare il vaso. A Cagliari, Ciccio Graziani si vide annullare un gol poi rivelatosi regolare e i viola fecero 0-0. A Catanzaro, invece, l'irlandese Liam Brady regalò alla Juventus il ventesimo titolo, quello della seconda stella. Su calcio di rigore. Senza paura di sbagliarlo.

E' l'anno delle Malvinas La prima pagina del Time ha due militari britannici, con tanto di mitra e un titolo: 'The British Attack'. Il 1982 è l'anno della guerra delle Isole Falklands, o Malvinas per gli argentini. Inghilterra e Argentina in guerra per la sovranità di due isole ad est della costa meridionale del sudamerica. Il generale Galtieri lancia l'offensiva, non aspettandosi la reazione britannica. 10 settimane di scontri violenti, un sottomarino inglese che affonda un incrociatore, la sconfitta dell'Argentina segna la fine della giunta militare e l'affermazione di Margareth Thatcher in Inghilterra. Una lady di ferro tosta. Non una signora. Ma una per cui la guerra non è mai finita.

L'1% di fiducia L'Italia del 'vecio' Bearzot arriva al Mondiale di Spagna in una vortigine infinita di polemiche. Paolo Rossi è reduce dalla maxi squalifica per le scommesse ma il ct lo preferisce a Beccalossi e Pruzzo. Le accuse si sprecano e l'Italia si trincera dietro un silenzio stampa dove Dino Zoff, capitano azzurro e leader del blocco Juventus, è l'unico tramite tra spogliatoio ed esterno. Ah, i sondaggi del pre-Mundial non sprizzano grande entusiasmo. Solo l'1% aveva fiducia nell'Italia di Bearzot. Ma avranno modo di ricredersi... Di vedere l'Italia tornare dove le spetta.

Tre pari Italia-Polonia, 0-0. Italia-Perù, segna Conti e risponde Diaz. Finisce 1-1. Italia-Camerun. Gol di Graziani, immediata risposta di M'Bida. Solo per i gol fatti, gli azzurri vanno avanti nel girone ma è chiaro che i tre pareggi non fanno altro che acuire le critiche, i fischi, chi grida 'al fiasco'. Poi, la svolta. Poi il Brasile. Prima l'Italia vince 2-1 contro l'Argentina di Passarella, con le reti di Tardelli e Cabrini. Ma poi arriva il Brasile di Socrates, di Falcao, di Zico. Il grande favorito del Mondiale, quello che doveva spazzar via l'Italia in un sol boccone, a suon di tocchi e tacchi. Sì, è vero. Solo che non avevano fatto i conti con un certo Paolo Rossi da Prato. Uno, due, tre. La tripletta di Pablito fu una delle notti del calcio italiano più belle di sempre. Momenti di gloria indimenticabili.

Undici luglio Ancora Rossi, ancora Paolo Rossi da Prato. Al 22' e al 73', nel caldo di Barcellona, l'8 luglio del 1982 stese la Polonia. Ancora lui, l'attaccante convocato dal Vecio, Enzo Bearzot, tra le polemiche di quei critici che adesso si stavano lustrando gli occhi increduli. L'Italia era in finale, l'Italia era pronta per l'11 luglio. Madrid, Stadio Santiago Bernabeu. Davanti la Germania di Schumacher, Breitner, Briegel, Rummenigge, Muller, Littbarski. Undici eroi, più due subentrati. Zoff, Bergomi, Cabrini, Gentile, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Oriali, Graziani, poi Altobelli e Causio. Era tutto pronto, pronto per una notte indimenticabile. Una notte da vivere insieme.

L'urlo di Tardelli Sandro Pertini decise di volare a Madrid per vedere da vicino Italia-Germania e su quell'aereo si consumò poi una delle scene più belle della storia. Il Presidente della Repubblica, Bearzot, Causio e Zoff che giocano a scopone sul Dc9 con la Coppa del Mondo sul tavolo. Domenica 11 luglio 1982. Al 57' segna Rossi, alla Rossi. Poi Marco Tardelli, con l'urlo più famoso della storia dopo quello di Munch. All'81' Altobelli firma il terzo viola e la rete di Breitner è solo una piccola parentesi nella notte da sogno per l'Italia. Sandro Pertini alza le braccia, festante. L'Italia è in trionfo. L'Italia è campione del Mondo.

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