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La norma anti-Superlega FIGC viola il diritto UE? "Non è illegale, va verificata caso per caso"

La norma anti-Superlega FIGC viola il diritto UE? "Non è illegale, va verificata caso per caso"
sabato 16 marzo 2024, 14:45Serie A
di Ivan Cardia

"La sentenza sulla Super League non stabilisce che i club debbano essere autorizzati a partecipare a competizioni di terzi, né che la semplice esistenza di un sistema di pre-autorizzazione sia illegale". A dirlo è la Commissione Europea, attraverso il vice presidente esecutivo, Margrethe Vestager. La risposta è legata alle norme introdotte dalla FIGC per impedire ai club partecipanti ai campionati italiani di aderire alla Superlega.

Le regole federali. Il riferimento è a quanto previsto dallo Statuto e dall'art. 116 delle NOIF, che recita: "Ai fini della iscrizione al campionato la società si impegna a non partecipare a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute dalla FIFA, dalla UEFA e dalla FIGC. La partecipazione a competizioni organizzate da associazioni private non riconosciute dalla FIFA, dalla UEFA e dalla FIGC comporta la decadenza della affiliazione. La disputa di gare e tornei amichevoli non riconosciuti dalla FIGC è soggetta all’autorizzazione della federazione medesima. La disputa di gare e tornei amichevoli senza la autorizzazione della FIGC comporta la decadenza dell’affiliazione". In sostanza, chi vuole partecipare alla Superlega non può richiedere l'iscrizione al campionato di Serie A.

Le domande. La normativa della federcalcio italiana, introdotta nel 2021 su proposta del presidente Gravina, è stata messa in discussione a seguito della sentenza di dicembre 2023 che, come noto, ha dichiarato contrarie al diritto unionale sanzioni nei confronti di club che partecipino a competizioni alternative. Tra queste, vi potrebbe essere proprio la norma FIGC, e sull'argomento è arrivata l'interrogazione di Antonius Manders, eurodeputato PPE, che ha posto tre quesiti:

- La Commissione è d'accordo sul fatto che i criteri della FIGC siano contrari al diritto dell'UE?
- Prenderà le misure necessarie per avvisare la FIGC di questo comportamento illegale?
- Quali azioni intraprenderà se la FIGC, anche dopo essere stata avvisata, non rispetterà il diritto dell'UE?

La risposta della Commissione. Si tratta, è bene specificarlo, di atti non vincolanti ma che chiariscono semmai l'indirizzo e le intenzioni del principale organo di governo dell'Unione Europea. La replica, già accennata in apertura, è stata interlocutoria: "Un sistema di pre-autorizzazione può essere legale se i poteri della federazione (i) di autorizzare competizioni di terzi e (ii) di sanzionare club e giocatori che partecipano a competizioni non autorizzate, sono soggetti a regole trasparenti, obiettive, non discriminatorie e proporzionate. Tale sistema può cadere al di fuori del campo di applicazione delle norme sulla concorrenza del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE) se è giustificato dal perseguimento in modo proporzionato di un legittimo obiettivo di interesse generale, beneficia di un'esenzione ai sensi dell'articolo 101(3) del TFUE o è giustificato ai sensi dell'articolo 102 del TFUE se è dimostrato che sono soddisfatte tutte le condizioni richieste per tali scopi.

Verificare se le regole della Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) siano conformi ai criteri stabiliti nella sentenza richiederebbe un'analisi dettagliata dell'intera normativa e delle possibili giustificazioni per il suo istituirsi.È responsabilità della FIGC, come delle altre federazioni nazionali degli Stati membri, valutare i suoi statuti, le regole e le azioni specifiche adottate in materia di governance dello sport in base ai criteri stabiliti nella sentenza. Senza un'analisi dettagliata come sopra menzionata, sarebbe prematuro decidere quali azioni la Commissione potrebbe intraprendere a tal proposito. Va notato che l'autorità nazionale italiana della concorrenza e i tribunali nazionali italiani sono anche competenti per applicare gli articoli 101 e 102 del TFUE".

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