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La speranza di Gravina: "Mi auguro di riaprire gli stadi al massimo entro metà luglio"

La speranza di Gravina: "Mi auguro di riaprire gli stadi al massimo entro metà luglio"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
sabato 13 giugno 2020, 17:00Serie A
di Andrea Piras

Intervento ai microfoni di Radio Deejay, il presidente della FIGC Gabriele Gravina si è soffermato su diversi punti fra cui la sfida di ieri fra Juventus e Milan: "Sono riuscito a gioire pensando tra l'altro ad una strana coincidenza. Ieri sera, proprio in coincidenza di quel preciso instante, avremo dovuto inaugurare l'Europeo con Italia-Turchia a Roma. E per coincidenza è ripartito il calcio italiano e questo deve essere un motivo di orgoglio per tutto il movimento sportivo ma anche per tanti appassionati di calcio".

E' stata la vittoria del dialogo. L'ultima vittoria del dialogo è stato il permesso di "alleggerire" la quarantena?
"Diciamo equilibrio, grande coerenza ma soprattutto dialogo. Sono tre elementi fondamentali. E' stato il giusto mix di questi tre elementi che ha portato a centrare un obiettivo importante per tutti. Quello di ieri è stato l'ultimo piccolo tassello che serviva per fugare qualunque tipo di dubbio sulla proiezione, in termini di prospettiva, in definizione dei nostri campionati. Io sono contento di questo ultimo tassello, ne manca ancora uno che è la partecipazione dei tifosi che mi auguro possa avvenire in tempi molto rapidi".

Quando aprire gli stadi?
"Io mi auguro i primi di luglio. La prima settimana, massimo metà luglio. Questo significa che il nostro Paese ha buttato via quelle ultime restrizioni e siamo evidentemente usciti da questo momento particolarmente buio per il nostro Paese".

Hai la sensazione che in questi due mesi e mezzo bisogna ricostruire un calcio un po' diverso?
"Io sono convinto che fra i tifosi e il calcio c'è stato un contatto continuo, un filo che non si è mai spezzato e quel filo è la passione che ha contraddistinto i vincoli forti. Abbiamo avuto momenti difficili, dove ancora una volta - e questa credo sia quasi una caratteristiche del nostro Paese - ci siamo fatti del male da soli. Abbiamo fatto di tutto per denigrare anche quegli aspetti positivi che abbiamo fatto come il fondo salva calcio. Immediatamente abbiamo demolito una delle più belle e uniche iniziative che hanno dato possibilità al nostro calcio di rilanciarsi. Anche ieri sera ha fatto discutere l'arbitraggio di Orsato solo perchè si è consultato col VAR per un rigore. Noi amiamo farci del male, dobbiamo per forza cercare sempre di demolire anche quello che di positivo riusciamo a fare".

Il rispetto è giocare e rispettare i toni.
"Io credo che peggio di questa crisi è non capire tutto quello che questa crisi ha generato e tutto quello che da questa crisi dobbiamo prendere di buono. Dialogo significa confronto, confronto significa mantenere i toni bassi, essere leali, essere onesti anche con i nostri comportamenti e soprattutto con quello che vogliamo costruire. Ora noi siamo in una fase di ricostruzione, ovvero proiettarsi verso il futuro che in tanti anni abbiamo sempre auspicato. L'espressione futuro per noi del calcio significa riforma, mettere a base di quello che sarà il progetto del futuro anche una nuova cultura sportiva".

Le istituzioni, FIGC e Lega, non sono scese a compromessi. Avete iniziato un percorso travagliato che deve portare a riforme reali.
"E' il prossimo impegno che richiede energie. Il rapporto con Paolo Dal Pino, il rapporto con l'istituzione Lega, è stato un elemento di forza, quella spinta a puntare sempre più avanti, ad alzare l'asticella, a trovare energie e forza per portare avanti una nuova idea".

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